Il Venerdì santo è quinto giorno della settimana Santa, che porta alla Pasqua. In questo giorno i cristiani commemorano la Passione e morte di Gesù Cristo sulla Croce. I fedeli di molte confessioni cristiane osservano questa ricorrenza con speciali pratiche e riti.
Non si celebra l’Eucarestia
Il Venerdì Santo è il giorno del silenzio e dell’adorazione. Non suonano le campane, le chiese sono silenziose. I fedeli meditano sulla Passione di Cristo e attraverso la Via Crucis ripercorrono la via del dolore che ha portato Gesù alla morte.
In molti si prostrano a terra, a simboleggiare l’umiliazione dell’uomo sulla Terra e la partecipazione alla sofferenza di Cristo. I cristiani sanno però che non è un giorno di lutto. Nel Venerdì Santo si contempla l’amore di Dio che per salvare l’umanità dal peccato sacrifica il suo unico Figlio, vero Agnello pasquale.
Il dolore e la sofferenza non dureranno per sempre. Solo tre giorni separano il Venerdì Santo dalla Pasqua di Resurrezione. Giorno in cui Cristo vince la morte.
In questo giorno, inoltre, non si celebra l’Eucarestia, ma viene distribuita quella che viene consacrata nella messa vespertina del giovedì Santo, in quella che viene chiamata la “Coena Domini“. Le uniche campane a suonare sono quelle di Milano, che alle 15 annunciano la morte di Gesù sulla Croce.
L’adorazione della Croce
Il simbolo principale del Venerdì Santo è la Croce. La stessa croce che è presente nella vita di ogni cristiano. In questo giorno i fedeli cristiani sono invitati all’adorazione della Croce, per il dono della salvezza ricevuto tramite la morte di Cristo su di essa.
Durante la liturgia del Venerdì Santo i fedeli toccano la Croce, la baciano. In questo modo si partecipa del dolore di Gesù, che diventa il dolore di tutti.
La Via Crucis, sulle orme del dolore di Cristo
Partecipare al dolore di Cristo sulla Croce significa anche rievocare il cammino che lo ha condotto alla morte. I fedeli cristiani, durante il Venerdì Santo, ripercorrono il cammino di Cristo verso il monte Golgota. Lì ad attenderlo ci sono morte, dolore e sofferenza.
La Via Crucis è una pratica extra liturgica ma spesso viene celebrata proprio il Venerdì Santo per meditare sulla Passione. Fu il domenicano Beato Alvaro De Zamora da Cordoba ad introdurla per la prima volta in Europa nel 1402. La pratica fu poi portata avanti dai Frati Minori.
La via Crucis comprende 14 momenti detti “stazioni”. In ogni stazione si commemora un passo del percorso di Gesù Cristo verso il Calvario. Dolore, sofferenza, scherno accompagnano il Signore alla sua morte dolorosa crescendo di immagini drammatiche.
La pratica del digiuno
Il giorno del Venerdì Santo, come come nel mercoledì delle Ceneri che apre la Quaresima, è consigliato il digiuno. La pratica riguarda coloro che hanno più di 14 anni. Non è necessario rimanere completamente a stomaco vuoto. Quella totalmente bandita, infatti, è la carne, mentre sono ammessi uova e latticini.
Gli adulti di età compresa tra i 18 e i 60 anni, inoltre, sono invitati a praticare il “digiuno ecclesiastico“. Si tratta di saltare uno dei pasti principali, il pranzo o la cena, in segno di penitenza.
Venerdì Santo in Italia
Per rievocare la Passione di Cristo, in tutte le parti d’Italia vengono osservati pratiche e riti nel giorno del Venerdì Santo. Per le strade di città e paesini si snodano processioni che ripercorrono la Via Crucis di Gesù.
Tra i riti più suggestivi del Venerdì Santo in Italia, ne spiccano due. Sono la Settimana Santa col pellegrinaggio dei Perdoni a Taranto e Il Rito del Fuoco Sacro di San Marco in Lamis.
Sono molto note le rievocazioni della Via Crucis della Campania e della Basilicata. Qui è molto conosciuta, per esempio, la Via Crucis di Barile. Sempre nell’Italia meridionale, sono noti i cosiddetti “Vattienti” della Calabria. Sono coloro che si torturano pubblicamente percuotendosi con il cardo.
Passando nelle Isole maggiori, si ricordano gli Incappucciati di Enna in Sicilia e la Processione di Cristo morto di Cagliari, in Sardegna.
Il Venerdì Santo ha i suoi riti e le sue celebrazioni anche nel centro Italia. La Passione di Cristo, infatti, si celebra con la Processione del Tronco di Sulmona. Il noto rito della scavigliazione viene proposto in Umbria durante la Processione del Cristo morto di Assisi. Da non perdere anche i quadri viventi di Pieve e la Processione del Cristo morto di Gubbio.
Al Nord Italia invece troviamo la Sacra Rappresentazione di Romagnano Sesia, in Piemonte. In Lombardia la Via Crucis notturna di Germignana, mentre in Friuli la Sacra Rappresentazione di Erto. In Liguria è molto suggestivo il rito della Croce al contrario. Non mancano riti e pratiche del Venerdì Santo anche in Emilia Romagna, dove personaggi vestiti come ai tempi di Gesù sfilano di notte in memoria delle tappe della Passione di Cristo.
Riti nel resto del mondo
La Pasqua viene celebrata in molte parti del mondo. Per i fedeli il Venerdì Santo è un giorno particolare ovunque. Rappresenta il culmine dell’anno liturgico e in molti Paesi ha significati comuni al Cristianesimo.
A Valencia, per esempio, il Cristo viene portato in spiaggia, a Gerusalemme ci si può ritirare in adorazione presso la Chiesa del Santo Sepolcro.
Anche in India e in Inghilterra si commemora la morte di Cristo sulla Croce. Andando ancora più in là, fino alle Filippine, si può assistere ad una rievocazione della Passione di Cristo in cui vengono realmente conficcati chiodi nelle mani di alcune persone.