In Libia è già un bagno di sangue. A Tripoli si confrontano le forze fedeli a Fayez al Sarraj e quelle di Khalifa Haftar. E secondo l’Amsi (medici stranieri in Italia), sono già 100 le vittime dall’inizio del conflitto scoppiato il 4 aprile. A Tripoli è strage di bambini: quelli morti sono 28.
E’ salito a 121 il numero dei morti negli scontri in Libia, i feriti sono 561. Lo riferisce l’Organizzazione mondiale della sanità nel Paese nordafricano.
Come riporta l’Ansa, i militari del governo Sarraj hanno respinto l’offensiva delle forze di Khalifa Haftar a Suani Ben Adem, 25 km a sudovest di Tripoli. Dal centro della cittadina si levano dense colonne di fumo nero, mentre truppe di fanteria di Haftar sono rimaste tagliate fuori dalle retrovie e aprono il fuoco contro i soldati di Tripoli nel tentativo di aprirsi una via di fuga.
Le forze di Sarraj hanno lanciato una controffensiva sul fronte sud sud-ovest. Lo ha detto all’Ansa il generale Abuseid Shwashli, che comanda le truppe nella regione del distretto sudovest. “Combattiamo per la nostra terra, per tutti i libici. Per questo sino ad oggi siamo ancora rimasti sulla difensiva: anche i soldati di Haftar sono compatrioti”. Gli scontri a sudovest di Tripoli hanno scatenato una nuova corsa alle stazioni di rifornimento di benzina.
‘L’Italia vuole avere un ruolo in Libia’ come ‘facilitatore per il processo di stabilizzazione e pacificazione dell’intero territorio’. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a Bari. ‘C’è serio e concreto rischio, di una crisi umanitaria che vogliamo scongiurare’ ma se ci sarà ‘l’Italia saprà affrontarla’, ha aggiunto. Intanto il vicepremier e ministro degli Esteri del Qatar, Mohammmed Bin Abdulrahman Al Thani, a quanto si apprende, sarà a Roma per un bilaterale con Conte.
E i primi numeri di questa aspra contesa militare sono già inquietanti. È di oltre 13.500 il numero degli sfollati dall’inizio degli scontri armati a Tripoli e dintorni. Lo scrive l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha) in un “aggiornamento flash” sulla situazione. Circa 4 mila persone hanno lasciato le proprie case nelle ultime 24 ore. Circa 4.500 persone hanno richiesto l’evacuazione, ma solo per 600 è stato possibile garantire un’uscita sicura.
“I bassi tassi di evacuazione sono dovuti agli scontri in corso e le segnalazioni sul targeting indiscriminato e deliberato dei veicoli per le ambulanze”, si legge nella nota. “La comunità umanitaria è preoccupata per il numero crescente di vittime civili, compreso il personale medico. In appena una settimana, tre medici sono stati uccisi e cinque ambulanze sono state rese inservibili da schegge di proiettili”.
Foto da Twitter.