“Ho incontrato una delegazione di Haftar e ho ribadito la mia ferma opposizione a una deriva militare che farebbe ulteriormente soffrire il popolo libico”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in una lunga intervista al “Fatto Quotidiano”, parla della crisi in Libia e ribadisce il suo “no” a una soluzione militare. Il timore del premier è quello di un nuovo forte flusso di migranti libici.
Intanto Conte cerca alleati in Europa. Nella Germania in particolare. La cancelliera Angela Merkel, infatti, si è schierata pubblicamente contro il generale Haftar: “Con la Merkel ci siamo aggiornati sulla crisi – spiega Conte -. Anche lei è molto preoccupata e condivide la nostra linea. Lavoreremo insieme per perseguire in ambito europeo una linea comune ed evitare che si proceda in modo disordinato”.
“Da Tripoli molti barconi di migranti libici”
Sui retroscena pubblicati da “La Stampa” di un contatto diretto tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il vicepremier libico Maitig, Conte frena: “Il dossier libico lo coordino personalmente da Palazzo Chigi e farò in modo di evitare che si proceda con iniziative che poitrebbero soggettivizzare il conflitto in corso. L’Italia non scommette su un attore o l’altro ma sulla volontà del popolo libico di vivere in pace e godere delle risorse del proprio territorio”.
Anche il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha ribadito la posizione di Conte: “La situazione libica è in un momento di crisi. È bene che il governo rimanga unito e tutti i ministri si muovano con intelligenza e compostezza”, spiega in un’intervista al Corriere della Sera chiarendo che “se qualcuno pensa a un intervento militare in Libia, posso già dire che non esiste. Non saranno ripetuti gli errori del passato. E non sosterremo alcun ipotetico impegno di altri Paesi.
Una voce unica nel Governo
“Questo deve essere molto chiaro. Siamo vigili nel monitorare la sicurezza delle nostre aziende, vigili nel coordinare i nostri uomini a Misurata che con l’ ospedale da campo offrono sostegno importante alla popolazione locale, ma una Libia bis non esiste”. “Stiamo monitorando la situazione e dialoghiamo con tutti i protagonisti sul campo, così come con i partner internazionali”.
“Per questo – conclude Trenta – ripeto che non servono prove di forza, non serve fare i duri come vedo fare a qualcuno per avere qualche titolo sui giornali. Serve intelligenza, compostezza, dialogo. E serve avere testa, non la testa dura”, facendo riferimento “a chi pensa di giocare in proprio senza rendersi conto della delicatezza del momento. La priorità deve essere quella di tenere in sicurezza il nostro Paese e l’ intera area”.