Il Def crea discordia all’interno del mondo politico ma il premier Giuseppe Conte è pronto a rassicurare. Conte nega le tensioni al governo nel giorno successivo all‘approvazione del documento, avvenuta ieri a Palazzo Chigi.
“Come al solito ci fate sempre litigare, è stata una tranquillissima riunione sul quadro di finanza pubblica, riteniamo che sia l’impostazione più corretta. C’è stata una normale dialettica”. Così Giuseppe Conte minimizza e stempera il clima.
Per evitare l’aumento dell’Iva, il governo punterà su “spending review e tax expenditures“. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a margine della festa della polizia, a Roma. A chi parla di Def deludente, Conte risponde così: “Se posso esprimere una opinione personale, è uno strumento che in questo momento dell’anno è anche prematuro fare. Però sia costretti a farlo”.
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, annuncia una rivoluzione storica entro l’anno. “Confermiamo tutte le manovre economiche fatte. Oggi ci sono i dati sulla produzione industriale, quota 100 va avanti, il reddito parte e sulla flat tax l’impegno entro l’anno è di approvare una rivoluzione storica per semplificare la vita alle famiglia italiane. Il principio è semplificare e far pagare meno, non tutti ma tanti. I numeri saranno in manovra economica”. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini a margine delle celebrazioni del 167esimo anniversario della polizia di Stato.
Le discordie sollevate dal Def non riguardano solo gli esponenti della maggioranza. Da associazioni e opposizioni infatti arrivano alcune stoccate.
Il giro di opinioni sul Def parte da Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria. “E’ evidente – ha spiegato – che lo stesso governo prevede un incremento della crescita dato lo sblocca cantieri e il decreto crescita di cui le aspettative chiaramente si elevano nella logica della previsione futura sulla competitività del Paese”. “Speriamo che questi due provvedimenti siamo all’altezza delle previsioni del governo fa”, ha aggiunto e ribadito: “Bene questo bagno di realismo perché operazione verità è determinante per il Paese e per il governo stesso”.
Qualcuno gli ha domandato cosa consiglierebbe al governo di rinunciare per recuperare risorse, se quota cento o reddito di cittadinanza. Boccia però ha precisato: “E’ inutile fare polemiche su questa cosa. Abbiamo avuto un primo anno di contratto di governo, siamo stati critici perché abbiamo detto che occorre un intervento organico di politica economica. Adesso occorre guardare avanti più che a rinunciare a cose che sono i fondamentali del contratto di governo che dal punto di visita realistico sono improponibili“.
“Il punto – ha continuato il presidente di Confindustria – è usare le risorse stanziate per sbloccare immediatamente cantieri che significa non fare ricorso al deficit e aumentare la competitività delle imprese con un’attenzione al mondo dei produttori, cioè imprese e lavoratori che sono assi a cui il governo deve fare grande attenzione e recuperare sensibilità. Il fatto che questo governo prenda atto del realismo dei dati e cominci a capire che le due cose vanno insieme, contratto di governo e crescita, mi sembra un segnale positivo poi da qui a cosa emerge con questi decreti è ancora da definire”.
“La flat tax in linea linea teorica mi piace ma c’è un nodo risorse“, ha commentato Boccia parlando della misura targata Lega. “Abbiamo una manovra finanziaria di fine anno che impatta per circa 23 mld sulle cosiddette clausole di salvaguardia e Iva – ha aggiunto Boccia- occorre capire dove le risorse si prendono”. “Ovviamente una riforma fiscale complessiva vale la pena farla per il Paese ma con i due assi imprese e lavoratori” ha concluso Boccia, ricordando che questi sono i due assi “a cui il governo deve fare grande attenzione e recuperare sensibilità”.
Duro l’attacco di Forza Italia: “Dietro la maschera dei proclami, il Def contiene numeri che sono una vera e propria autodenuncia da parte del governo: recessione conclamata, aumentano deficit (al 2,4%) e debito (verso il 135%), aumentano pressione fiscale, spesa per interessi e disoccupazione, le privatizzazioni da 18 miliardi non pervenute. Sparite le due aliquote della flat tax, slittano ancora il decreto sui rimborsi ai risparmiatori truffati, lo sblocca-cantieri e quello per la crescita. Se si taglia l’Irpef deve salire l’Iva”. Lo ha detto la presidente dei senatori FI Anna Maria Bernini. “Quota 100 e reddito di cittadinanza – ha aggiunto -non producono né crescita né occupazione. In autunno servirà una correzione di bilancio di almeno 35 miliardi. Stanno buttando l’Italia giù dal balcone”
Sul Def si esprime anche il Pd. “La flat tax? – ha attaccato il presidente Paolo Gentiloni ai microfoni di ‘Radio anch’io’ su Rai Radio 1 – Sono in imbarazzo a parlare di cose che non esistono. La mia posizione è che avere una tassa unica per i banchieri e per gli insegnanti oltre ad essere poco costituzionale è poco giusto. Stiamo parlando di qualcosa che nel Def non è prevista”.
“Non so – ha proseguito – se il governo terrà, ma l’economia non sta tenendo. La fotografia è catastrofica. Sono molto preoccupato perché abbiamo crescita zero, più debito, più deficit, più tasse, più disoccupati. Andare avanti così è molto pericoloso”.
I sindacati sono meno ottimisti della maggioranza e in merito al Def chiedono un incontro urgente con il governo.
“Se si vorrà evitare che i sindacati arrivino ad un eccesso di mobilitazione e ulteriori danni al Paese, il governo ci deve convocare per un confronto”. Lo ha detto il leader Uil Carmelo Barbagallo. Sul Def affrontato ieri dall’esecutivo “girano ancora troppe bozze incomprensibili”. Per questo motivo, infatti, serve un confronto: “Tasse piatte, tasse a spigolo…ma cosa c’è scritto che per chi ha un reddito di 25mila euro non ci saranno detrazioni? E anche questo un aumento di tasse. Vogliamo quindi che il governo ci convochi per discutere seriamente di una diminuzione di tasse ai lavoratori e di un dimezzamento per i pensionati che pagano le tasse più alte in Europa”.
Sono tante le richieste dei sindacati. “Servono più risorse per il pubblico impiego, per l’adeguamento delle pensioni e nuove risorse per il rilancio dell’economia e del lavoro”, ha concluso Barbagallo.
Sulla stessa scia la leader Cisl, Annamaria Furlan: “Abbiamo deciso un crescendo di manifestazioni per dire al governo che deve cambiare passo. Sta a lui decidere se farlo o no. Il Def comunque ci appare come una scatola vuota, un pannicello caldo con scelte sbagliate come la Flat Tax”.
“Nella bozza di Def il governo boccia se stesso; insiste nelle inesattezze e certifica gli errori fatti sulle stime della crescita; prevede un calo nell’occupazione e un aumento della disoccupazione. Il governo – ha aggiunto il leader Cgil Maurizio Landini – continua a prendere il giro gli italiani con misure di propaganda elettorale come la flat-tax, che privilegiando i ricchi contrasta con il principio costituzionale di progressività. Crediamo che non ci sia più tempo da perdere. Così non si regge, rischiamo seriamente di andare a sbattere”. E ancora: “Nel Def non c’è un’idea di sviluppo, manca un progetto per il Paese, mentre le misure economiche sono piegate al consenso elettorale”, commenta in una nota Landini, ancora assente per motivi di salute.
Né il governo, aggiunge, ha previsto una “seria lotta all’evasione” mentre il Def “registra l’impatto quasi nullo delle vecchie e nuove misure programmate come il Decreto Crescita – un elenco di interventi già sperimentati e privi di risultati – e lo Sblocca Cantieri – che rischia di ridurre le tutele del lavoro e favorire fenomeni corruttivi e malavitosi”.
“Insieme a Cisl e Uil – ha concluso quindi Landini – abbiamo detto che serve una diversa politica economica prevedendo il rilancio degli investimenti pubblici e privati, soprattutto nelle infrastrutture materiali, sociali e della conoscenza, capaci di far ripartire il paese e un grande piano di manutenzione e riassetto del territorio. E’ indispensabile anche una vera riforma fiscale che, aumentando le detrazioni, dia una risposta ai redditi di lavoratori e pensionati e compia una reale lotta alle diseguaglianze rispettando la Costituzione, che parla di equa contribuzione in base alla possibilità economica dei cittadini, ovvero di redditi e ricchezza”..