Anche ieri sera abbiamo assistito alla replica di un episodio, con rammarico perché forse il pubblico fedele del commissario più amato d’Italia meriterebbe maggiore riguardo. Tuttavia non si è potuto fare a meno di seguire il racconto dall’inizio alla fine, proprio per il grado di fidelizzazione al programma, ed essendo già a conoscenza “ du cuntu” forse si è potuto stare attenti alla scoperta dei particolari, dei dettagli, alle sfumature dei personaggi, al contenuto artistico dell’opera.
Montalbano sono
Sceneggiatura ottima e sempre splendida la Sicilia: ambientazioni come sempre di grande suggestione nell’antica Ragusa Ibla , atmosfere solari e riposanti tipiche della campagna siciliana e dei suoi abitanti fatalisti e sornioni. Dentro la cornice di una storia tormentata ed in fondo romantica si snodano i personaggi caratterizzati ciascuno da un profilo psicologico forte ed autentico, ciascuno dei quali è la rotella indispensabile di un ingranaggio che infine si rivela logico seppure complesso.
Interpreti come sempre bravi e come sempre sorprendentemente bravissimi gli attori “di strada”, la gente del posto mai chiamata a recitare. E poi lui, “Montalbano sono”, l’amico che ammiriamo e stimiamo. Ed avviene quasi un plagio, coinvolti da un’interpretazione straordinariamente intensa, evidentemente sentita; che, tra l’altro, rimanda le pieghe più nascoste e le sfumature più intime del vero animo di ogni siciliano. Bravo Montalbano!