Trimestre positivo per le Borse globali. A Milano Piazza Affari guadagna 8mila miliardi con un’impennata del +16%. Anche in giornata, un avvio di seduta in lieve rialzo a Piazza Affari. L’indice Ftse Mib segna un aumento dello 0,06% a 21.772 punti.
Il trend positivo, però, riguarda l’economia mondiale. La capitalizzazione a livello globale passa da 70mila a 78mila miliardi di dollari. Come scrive il Sole 24 Ore, “L’indice Msci all country world index è salito dell’11%, massimo da 7 anni. Per l’indice S&P 500 di Wall Street, in progresso di oltre 12 punti percentuali, si è trattata della migliore partenza dal 1998 e del miglior trimestre dal 2009”.
Negli ultimi tre mesi, inoltre, Piazza Affari ha registrato un aumento del 15,95%, guadagnando un posto di rispetto nella tra le borse europee. Se nel 2018 aveva accumulato un ribasso del 16,5%, al termine di questo trimestre la Borsa milanese ottiene un recupero di tutto rispetto. Un inizio così in positivo non si vedeva dal 1998. Allora Piazza Affari ottenne in tre mesi un guadagno addirittura del 41%.
In Europa si registra un trend positivo. Francoforte infatti è salita del 9%, Parigi del 13% e Londra, nonostante il caos Brexit, è salita del 12,7%. Le Borse cinesi avevano chiuso male il 2018 ma il recupero è stato straordinario. L’indice Csi infatti si è apprezzato in valuta locale del +28%. In lieve salita (+6%) anche Tokyo.
Secondo l’analisi de Il Sole 24 ore, questo innalzamento generale dei listini azionari contrasta con la macroeconomia. In base alle previsioni si prospetta un rallentamento della crescita mondiale dal 3,7% al 3,5%. In alcune aree come l’Eurozona inoltre il rallentamento dovrebbe essere più marcato, dall’1,7% all’1,1%.
Gli investitori però non si sono lasciati intimorire e hanno comunque acquistato azioni. Il motivo, secondo il Sole 24 Ore, è da ricercare negli “stessi fattori che hanno messo in ginocchio i listini nell’ultima parte del 2018 – un atteggiamento meno morbido delle banche centrali e l’escalation della guerra commerciali tra Usa e Cina – sono quelli che hanno dato il là a questo mini rally azionario. Le banche centrali sono state “costrette” a fare dietrofront”.
“La Bce (7 marzo) – si legge nell’analisi del noto quotidiano economico-finanziario – ha spostato i tempi del prossimo rialzo dei tassi annunciando che discorsi di questo tipo sono rimandati al 2020. La Fed (20 marzo) ha ribaltato la politica monetaria: non solo non alzerà i tassi di 50 punti base come previsto ma interromperà dal prossimo autunno la riduzione del bilancio. Quest’ultimo punto (il drenaggio della liquidità attraverso il mancato reinvestimento di una parte dei titoli in scadenza nel portafoglio Fed) è divenuto negli ultimi mesi ben più importante dei tassi. Tanto che proprio l’avvio della riduzione del bilancio (ottobre) innescò la forte correzione di Wall Street di fine 2018”.
“Quanto al secondo potente market mover – continua il Sole 24 ore -, la guerra commerciale, è vero che non è stato ancora raggiunto un accordo. Ma il clima si fa via via più disteso: proprio ieri (29 marzo ndr) il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin ha definito «molto produttivo» il lavoro svolto nelle ultime ore con il vicepremier cinese Liu He. La notizia positiva per le Borse è che, al netto della partenza sprint del primo trimestre, i multipli non sono esageratamente cari. In questo momento a livello globale (indice Msci all country world index) il rapporto tra prezzo e utili stimati per il 2019 è 16,7 volte e il dividend yield intorno al 2,5%”.
In risalita anche il petrolio, con la migliore performance dal 2009. Dall’analisi de Il Sole 24 Ore emerge che il Brent si è apprezzato del 32% e il Wti del 28%. Ha quasi azzerato invece i guadagni da inizio anno (+1%) l’oro.