Tempesta sull’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato: cinque dirigenti ed il direttore rischiano il processo per truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture per un danno presunto alla Rai di circa 700mila euro, cifra fatturata all’azienda per la fornitura di gettoni d’oro in realtà mai coniati. I gettoni d’oro , in base ad un accordo sottoscritto tra le due parti prevedeva la fornitura dei gettoni da consegnare ai vincitori dei differenti concorsi a premi dal 2013 al 2017.
Da una indagine condotta e conclusa dalla Guardia di Finanza, sembra che i dirigenti abbiano fatto coniare solo i gettoni richiesti dai vincitori al posto del denaro, ma che in realtà fatturavano ugualmente anche per i gettoni vinti ma non richiesti risparmiando, così, i costi del conio; e raggiungendo peraltro, ugualmente e falsamente, gli obiettivi aziendali richiesti e per i quali percepivano indennità a titolo di incentivi fino a 45.000 euro pro capite/anno. L’inchiesta prende le mosse dall’ultima puntata di Report condotta da Milena Gabanelli nel 2016, che ha gettato un’ombra inquietante sui concorsi a premi della TV di Stato pagati in gettoni d’oro partendo dalla segnalazione della vincitrice di un concorso alla quale era stato consegnato un gettone mancante di 5 grammi di oro per chilo: differenza che moltiplicata per decenni totalizza decine di milioni di euro. Report inoltre denunciò un circolo vizioso per il quale il vincitore, al termine della procedura, non riceveva in realtà mai il gettone, ma la cifra in denaro peraltro quale restante dalle numerose detrazioni tra cui tasse, IVA, costo del conio e costo di fusione,ed altre ancora, dovute a questo circolo vizioso. Il premio in gettoni d’oro nasce nel 1955 e si tratta di gettoni veri e propri con il logo della rete televisiva committente. Avvenuta la vincita, dopo sei mesi il banco metalli contatta e comunica il numero di gettoni spettanti al vincitore, che potrà scegliere anche l’accreditamento su conto corrente del corrispettivo in denaro, caso in cui si subisce comunque l’ulteriore svalutazione del 5%.