La situazione in Libia sembra precipitare di ora in ora. Le due fazioni che si fronteggiano sono guidate da Fayez al Sarraj, riconosciuto dalla comunità internazionale, dal generale Khalifa Haftar, a capo dell’Esercito nazionale libico (Lna). Gli scontri si stanno avvicinando alle porte di Tripoli con Haftar, che dichiara: “Siamo pronti a entrare”. E vista la situazione, l’Eni ha deciso di evacuare il personale italiano informando la Farnesina
Occhi puntati sull’aeroporto internazionale di Tripoli, chiuso dal 2014. “Le forze armate in questo momento controllano l’insieme dell’aeroporto internazionale di Tripoli e lo mettono in sicurezza”, aveva annunciato la “Divisione informazione militare” dello Lna.
Ma Haftar ha mire ben più “alte”. Ieri sera è infatti avvenuto l’ingresso in città: “Le vie di Tripoli si preparano ad accogliere l’esercito libico. Unità speciali saranno incaricate di garantire la sicurezza delle imprese straniere e locali, delle sedi diplomatiche e delle istituzioni economiche straniere” presenti nella capitale. Haftar ha anche decretato una no-fly zone: “L’unità di crisi delle forze dell’aria annuncia che la regione occidentale è una zona militare dove l’aviazione è interdetta e qualsiasi aereo militare o drone sarà considerato un obiettivo nemico”, ha fatto sapere Mismari.
“La situazione sempre più difficile nel Paese nordafricano fa salire i timori nel nostro governo”, dichiara il premier Giuseppe Conte. Palazzo Chigi fa sapere: “Ha avuto una conversazione telefonica con il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Il presidente Conte ha espresso la sua preoccupazione per gli ultimi sviluppi in Libia, preoccupazione fortemente condivisa da Guterres che ha da poco lasciato il Paese libico al termine di diversi incontri, tra cui quello con Haftar”.
Sul punto interviene anche il ministro degli Esteri, Enzo Moravero Milanesi: “È molto importante che cessino le operazioni militari che possono contribuire ad accrescere il livello di destabilizzazione. Italia e Francia, pur avendo a volte uno sguardo diverso sulla situazione in Libia, in questi due giorni si sono trovate assolutamente d’accordo nel fare un appello concorde verso una soluzione che non preveda interventi militari che possano creare fatti compiuti e conflitti che non spingono verso una soluzione politica inclusiva”. Roma e Parigi sostengono entrambe gli sforzi dell’inviato speciale delle Nazioni Unite, Ghassan Salamé, e hanno a cuore una soluzione costruttiva in Libia”.
Allineati anche gli Stati Uniti: “Promuovere la stabilità nel nord Africa e nel Sahel, inclusa la Libia, è una priorità del dialogo strategico Usa-Italia”. Gli Usa hanno riconfermato l’impegno a “lavorare con la Libia, l’Onu e i nostri partner internazionali, compresi i nostri alleati italiani, per contribuire a far avanzare una riconciliazione politica, sconfiggere il terrorismo e promuovere un futuro più stabile per il popolo libico”.
Secondo il viceministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov, infine, il generale libico Haftar “ha condiviso informazioni” su quella che lui definisce come lotta contro i terroristi in Libia. Non è un segreto il supporto della Russia al leader dell’esercito nazionale libico Haftar.
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