Renato Vallanzasca, Pietro Maso, Ferdinando Carretta e Igor il Russo. Non ci sono solo fatti di sangue ad accumunare questi noti personaggi di cronaca nera. Ciò che li unisce, infatti, è il consenso misto ad ammirazione che riescono ad esercitare sulla comunità. Dalla sua cella di Zuera, Norbert Feher, meglio noto come Igor il ‘russo’, è riuscito a farsi degli amici. Il killer già condannato all’ergastolo in Italia per gli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri, da diversi mesi riceve lettere da una donna. Si tratta di Rebeca Sanchez, madrilena e figlia di un militare, che presto potrà anche fargli visita. Il carcere concederà al killer serbo di incontrare la sua ‘amica di penna’ nelle prossime settimane.
E c’è anche un’altra donna con cui il serbo si scrive da alcuni mesi. Francesca Verri, figlia della guardia ecologica volontaria uccisa da Igor l’8 aprile del 2017, attacca: “Non è giusto, mi sembra una cosa fuori dal mondo. Non capisco di cosa debbano parlare e mi chiedo per quale motivo qualcuno senta il bisogno di incontrare un uomo del genere”.
Questo tipo di ammirazione per i “maledetti”, in realtà, non è certo una novità. A Raffaele Sollecito, prima condannato e poi assolto per l’omicidio di Meredith Kercher, scrivevano diverse ragazze. Accadeva anche Pietro Maso che nel 1991 uccise i genitori con tre amici per avere l’eredità e che ricevette lettere da ragazzine adolescenti da ogni parte d’Italia. Stessa cosa anche per Ferdinando Carretta, che confessò di aver ucciso genitori e fratello nel 1998. C’è poi il caso “simbolo” di Renato Vallanzasca, ‘il bel René’, che ricevette tanti biglietti dalle sue ammiratrici che la moglie, ora ex, li raccolse in un libro dal titolo: “Lettera a Renato”.