Il patrimonio forestale italiano copre oltre il 35% del territorio nazionale.
Si tratta di circa 9 milioni di ettari di foreste e quasi 2 milioni di ettari di altre terre boscate, in prevalenza arbusteti, boscaglie e macchia. I dati sono stati pubblicati nel primo Rapporto sullo stato delle Foreste e del settore forestale in Italia, ad opera del ministero per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo.
La distribuzione delle aree forestali
In Trentino-Alto Adige, Liguria, Toscana, Umbria e Sardegna le foreste occupano circa la metà della superficie, mentre Puglia e Sicilia sono quelle con il tasso di superficie forestale più basso. Nell’ultimo secolo la superficie forestale è aumentata costantemente. Il recente rallentamento è dovuto probabilmente al diminuire della disponibilità di aree idonee. Sulla base dei tre inventari forestali nazionali del 1985, 2005 e 2015, si osserva un incremento annuo della superficie forestale totale dello 0,3% tra il 1985 e 2005 e dello 0,2% tra il 2005 e 2015.
La maggior parte (66%) delle foreste italiane è di proprietà privata (concentrate soprattutto in Liguria, Toscana ed Emilia Romagna), ma quelle di proprietà pubblica (34%) interessano parti consistenti della superficie forestale, in particolare nella provincia autonoma di Trento, in Lazio, Abruzzo e Sicilia.
I benefici all’ambiente
Ogni anno le foreste italiane sottraggono dall’atmosfera circa 46,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Notevole la loro varietà di alberi: dominano le faggete, i boschi di rovere, roverella e farnia, i castagneti, le leccete e i boschi di abete rosso. Le specie più diffuse sono il faggio, il carpino nero, la roverella, il castagno, il cerro, il larice, l’abete rosso e il leccio. “I nostri boschi hanno per il Paese un ruolo strategico – scrive il ministro Gian Marco Centinaio – Negli ultimi decenni la società italiana ha perso di vista questo immenso polmone verde che ricopre circa il 40% del territorio nazionale, e il suo immenso patrimonio biologico e culturale”.
Il settore forestale italiano offre lavoro a 100mila persone
In Italia il settore forestale, inteso come selvicoltura e lavori in bosco, impiega oltre 100mila persone. Le foreste italiane sono una fonte crescente di ricchezza, che va dai funghi alle castagne, dal riciclo fino alle attività più ricreative. Nel 2017, ad esempio, sono state raccolte e avviate a riciclo oltre 1,8 milioni di tonnellate di legno usato, con un incremento del 10% rispetto al 2016. L’attività̀di riciclo genera un volume d’affari pari a 2,8 miliardi di euro e circa 30.000 posti di lavoro. Il rapporto segnala anche il crescente interesse per l’edilizia in legno.
Secondo i dati del Centro Studi Federlegno Arredo Eventi, il settore ha un fatturato che sfiora i 700 milioni di euro e l’Italia si colloca al quarto posto nell’Unione europea, con una quota di mercato pari all’8,4% del totale comunitario, dietro Germania (25,4%), Regno Unito (19,2%) e Svezia (15,6%).
Nelle foreste e nei boschi ci si va anche per passeggiare e fare escursioni. In Italia il mondo dell’associazionismo escursionistico può contare su oltre 620.000 iscritti, di cui il 51% èafferente al Cai (Club Alpino italiano). A questi frequentatori vanno poi aggiunti i cacciatori, i cercatori di funghi, di tartufi e di altri prodotti forestali selvatici. Una categoria di escursionisti in forte crescita è quella degli utilizzatori dei ‘cammini’ storico-religiosi, così come quella dei cicloturisti e degli appassionati di mountain bike. E poi ci sono circa 192 parchi avventura, distribuiti principalmente tra Lombardia e Trentino-Alto Adige (22), Toscana (17) e Sicilia (14). Da segnalare infine l’esperienza degli asili nel bosco, con 71 iniziative per ora nel Nord e nel Centro.