“Crediamo che la crescita dell’Italia arriverà solo allo 0,2 per cento, cioè zero. Il che vuol dire che i problemi dell’Italia continueranno a crescere”. Sono le parole del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che Fa”, su Rai1.
Juncker: “La crescita dell’Italia è zero, i problemi aumenteranno”
“Penso che l’Italia sappia quali sono i suoi problemi: la crescita in Italia è in ritardo rispetto a quella europea da 20 anni a questa parte ma dire che è un rischio” per l’economia mondiale come ha fatto il Fmi “è un’esagerazione, malgrado il debito pubblico sia preoccupante”.
Il ruolo dell’Italia in Europa è comunque importante “Dire che l’Italia costituisce un rischio mi sembra un’esagerazione” dice Juncker. ”Senza l’Italia – assicura – la Germania e la Francia non esisterebbero. Ho sempre pensato che senza il motore franco-tedesco l’Europa non possa costituirsi. Se la Germania e la Francia si ritenessero capaci di costruire l’Europa da sole ebbene non funzionerebbe. Ci vogliono anche le mani piccole e le mani degli italiani sono assai grandi”.
Grandi opere. Il presidente Juncker risponde anche ad una domanda di Fabio Fazio sulla Tav. “L’Ue concede circa 888 milioni di euro per cofinanziare il progetto della Torino-Lione. Sono stati già impegnati alcuni crediti e io desidererei che la Tav si facesse. È importante per ragioni economiche, sociali e ambientali. Ne vale la pena”.
Migranti. ”Noi della commissione abbiamo aiutato molto l’Italia”, ha detto il presidente Juncker. “Non mi piace che dicano che non si fa nulla. Non è vero. In termini finanziari abbiamo aiutato ampiamente l’Italia, per almeno un miliardo di euro”. Così l’Italia che è stata alle prese con questo “flusso massiccio di migrazione ha potuto avvantaggiarsi della solidarietà europea che è stata forse insufficiente, ma entro le possibilità di bilancio abbiamo fatto tutto il possibile”.
Rapporti commerciali. “Io sono favorevole a questa nuova via della Seta – ha inoltre precisato Juncker -. Si tratta di un progetto assai ampio che permette all’Asia e all’Europa di cadere nelle braccia l’una dell’altra. Si tratta di un bel progetto, quello che non mi piace tanto è che i paesi europei singolarmente sottoscrivano contratti con la Cina. Ma nell’accordo che l’Italia ha fatto con la Cina non ci vedo alcun pericolo grave”.
Brexit. Sul tavolo della discussione, anche l’uscita tormentata del Regno Unito dall’Europa. ”Con i nostri amici britannici abbiamo avuto moltissima pazienza. Ma anche la pazienza si esaurisce. Vorrei che entro qualche ora entro qualche giorno, in Gran Bretagna giungessero un accordo sulla via seguire. Sappiamo ciò a cui il Parlamento britannico dice di no, ma non sappiamo ciò a cui potrebbe dire di sì”.
”L’altro giorno, in un momento debole della mia biografia, ho detto che se avessimo fatto il confronto tra la sfinge e la Gran Bretagna, la sfinge ci sarebbe apparsa come un libro aperto, mentre vorrei che il libro aperto ci parlasse davvero!”. In merito all’ipotesi di un secondo referendum ”È cosa che riguarda esclusivamente i britannici, una loro decisione, non spetta a noi dar lezioni ai Britannici in merito alla via che intendono seguire. I Britannici devono decidere quali strumenti utilizzeranno per giungere alla fine di questo processo”.