All’indomani della bocciatura su una legge volta a punire il Revenge porn, il premier Conte torna sull’argomento con un post su facebook: “La settimana prossima il Parlamento sarà chiamato a votare le norme sul ‘revenge porn’ . Si tratta di condotte indegne che offendono la dignità della persona, il più delle volte donna, e violano le più elementari regole di convivenza civile. Alcune forze di opposizione hanno già presentato un testo, anche le forze di maggioranza e il governo sono pronti: sarebbe importante che queste norme fossero votate subito, da tutti i parlamentari di maggioranza e opposizione. Una battaglia di civiltà deve trovarci tutti uniti… contro gli incivili”.
La bocciatura alla Camera
Giovedì la Camera dei Deputati ha respinto con 232 voti contrari e 218 favorevoli un emendamento al cosiddetto ddl “Codice rosso” che avrebbe introdotto il reato di revenge porn, cioè la pratica di diffondere immagini e video privati senza il consenso della persona interessata.
L’emendamento era stato proposto dalle opposizioni, da Forza Italia al Partito Democratico a Liberi e Uguali, ma è stato bocciato dai voti contrari di Lega e Movimento 5 Stelle.
Ne sono subito nate estese proteste, tanto che il leader del M5S Luigi Di Maio ha dovuto annunciare un cambio di linea dicendo che il suo partito può votare l’emendamento quando riprenderanno le discussioni in aula, la prossima settimana.
Il revenge porn è una pratica che esiste ormai da molti anni, e che finisce periodicamente sui giornali per gravi casi di cronaca: il più noto in Italia è quello che aveva riguardato Tiziana Cantone, 31enne napoletana che si era suicidata nel 2016 dopo che alcuni suoi video sessuali privati, diffusi senza il suo permesso, erano stati molto condivisi online.
La legge bocciata ieri, che aveva come prima firmataria l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, puntava a riempire un vuoto normativo italiano introducendo un nuovo tipo di reato, e obbligando le piattaforme online alla rimozione dei video di questo tipo entro 48 ore.
Per 14 voti, però, l’emendamento è stato respinto. Era stato presentato durante le discussioni sul disegno di legge governativo conosciuto come “codice rosso”, che punta a rendere più rapide le indagini sui casi di violenza sulle donne, ma Lega e M5S hanno votato contro.
Nel pomeriggio di giovedì le deputate di PD e Forza Italia hanno protestato alla Camera raggiungendo i banchi del governo; una delle parlamentari che si era più visibilmente impegnata per la legge sul revenge porn, Stefania Prestigiacomo di Forza Italia, ha pronunciato un duro discorso sostenendo che, a differenza di altri casi in cui in passato i diversi partiti avevano collaborato tra loro sul tema della violenza sulle donne, questa volta non è avvenuto “in nome dell’egoismo e in nome di una ostinazione incomprensibile”.