Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato la legge che istituisce la commissione di inchiesta sulle banche.
“Non è in alcun modo in discussione, ovviamente, il potere del Parlamento di istituire commissioni di inchiesta” ma “non può, tuttavia, passare inosservato che, rispetto a tutte le banche, e anche agli operatori finanziari, questa volta viene, tra l’altro, previsto che la Commissione possa ‘analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento’. Queste indicazioni, così ampie e generali, non devono poter sfociare in un controllo dell’attività creditizia“.
“Ricordo, tra l’altro, che né le banche centrali né, tantomeno, la Banca centrale europea possono sollecitare o accettare istruzioni dai governi o da qualsiasi altro organismo degli Stati membri”. Lo sottolinea il presidente Sergio Mattarella nella lettera sulla commissione d’inchiesta sulle banche inviata ai presidenti di Camera e Senato
Uno degli elementi che in questi giorni preoccupa il Colle è la Commissione d’inchiesta sulle Banche. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, vorrebbe evitare una stretta vigilanza su Bankitalia. Misura voluta invece dal Movimento 5 Stelle. Per il Quirinale Bankitalia deve essere al riparo da ogni governo e la sua indipendenza deve essere tutelata.
Sergio Mattarella incontra in mattinata al Quirinale il presidente della Camera Roberto Fico, il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Ad ognuno di loro presenta la linea del Colle.
Si discute anche della presidenza della Commissione. Lega e M5S si scontrano su questo punto. Il movimento pentastellato, infatti, punta al senatore Gianluca Paragone, un barricadero sul tema banche già dai tempi della campagna per le Politiche.
Mattarella non vuole trasformare l’attività di commissione in un processo a Bankitalia. Infatti la stessa legge che istituisce l’organo è ferma al Quirinale.
Saldo l’asse tra il Quirinale e Via Nazionale. Intesa anche sulla composizione del nuovo Direttorio di Bankitalia, sul quale il governo ha potuto poco per imporre le sue scelte. E rischia di essere ferreo anche sullo stato dei conti italiani.
Il premier Giuseppe Conte, da diversi giorni, ha cominciato a muoversi sul dossier. Pertanto lunedì e martedì saranno giorni cruciali. Il governo infatti dovrebbe varare quel dl crescita con cui, di fatto, l’esecutivo vuole “sostituire” l’eventualità di una manovra correttiva.
Inoltre, lunedì Conte vedrà il presidente della commissione Jean Claude Juncker. Prima a Palazzo Chigi e poi a cena. Sul tavolo della discussione ci saranno i temi della crescita italiana e di un Def che il governo non intende comunque rinviare cercando invece di amalgamarlo alle proiezioni di crescita con le misure del decretone in campo.
Altro motivo di scontro tra Lega e M5S è il nodo castrazione chimica. Queste continue tensioni hanno portato ad un maggiore interventismo del premier. Conte infatti ha vigilato per l’intera giornata, finché è intervenuto con una telefonata a Salvini. Lo riferiscono fonti di maggioranza. La norma, è stato il suo messaggio, non è stata mai discussa nell’iter del ddl Codice Rosso.