La nave mercantile El Hiblu 1, con a bordo 108 migranti, è arrivata a Malta e alle 9.30 sono cominciate le operazioni di sbarco. Il primo ad essere sbarcato è stato un bimbo di pochissimi mesi in braccio ad una donna. Secondo le informazioni ottenute a bordo ci sarebbero 19 donne e 12 bambini. I migranti che stanno sbarcando vengono accompagnati a bordo dei furgoni della polizia che li porteranno all’ Initial Reception center a Marsa, la cittadina portuale di Malta.
Almeno tre uomini sono stati fatti sbarcare dal mercantile turco con i polsi legati da fascette di plastica e sono stati caricati nella parte posteriore e senza finestrini di un furgone grigio della polizia maltese. La maggior parte delle persone sbarcate dalla nave dirottata scende invece liberamente e sale a bordo di piccoli bus delle forze dell’ordine. Le operazioni procedono a rilento e con molta calma sotto l’occhio delle forze speciali maltesi a bordo della nave dove è arrivato anche il ministro degli Interni maltese Michael Farrugia.
Il mercantile dirottato dai migranti è in acque maltesi
La El Hiblu 1 ha raggiunto le acque territoriali maltesi. Gli stessi migranti soccorsi, oltre 100 naufraghi a bordo, hanno dirottato ieri la nave mercantile verso l’arcipelago. Le forze armate maltesi sono “in stato di allerta”. Un portavoce militare ha definito il mercantile “nave pirata”. Un allarme lanciato dal capitano avvisava che la nave era in mano ai migranti.
Alcuni migranti soccorsi da un mercantile nel Mar Mediterraneo si sarebbero ribellati all’equipaggio e, secondo Matteo Salvini, avrebbero preso il controllo dell’imbarcazione. Il ministro dell’Interno incalza: “Non siamo più ai soccorsi, sarebbe il primo atto di pirateria in alto mare, con migranti che hanno dirottato il mercantile che era arrivato a 6 miglia dalla costa libica. Sappiano che l’Italia la vedranno col cannocchiale”. La El Hblu 1 sta navigando adesso in acque maltesi Sar e le forze armate dell’isola sono in stato di allerta.
“Poveri naufraghi che dirottano il mercantile che li ha salvati perché vogliono decidere la rotta della crociera”, ha tuonato Salvini che, nel corso di una diretta Facebook ha mostrato sulla cartina il punto in cui si trova la nave “a mezza via tra Italia e Malta. Io dico ai pirati: ‘l’Italia scordatevela’. Questa è la dimostrazione più evidente che non si tratta di un’operazione di soccorso ma un traffico criminale di esseri umani che arriva addirittura a dirottare un’imbarcazione privata. È un atto di delinquenza, di criminalità organizzata. Le acque italiane sono precluse ai criminali“.
Il salvataggio dei naufraghi sulla El Hiblu
Secondo quanto ricostruito, la guardia costiera libica è intervenuta per salvare i circa cento migranti a bordo di una imbarcazione. Intanto nella notte ha soccorso e riportato a terra altri 117 migranti. Il Centro di coordinamento libico, impossibilitato a intervenire con una delle sue motovedette, ha contattato il mercantile El Hiblu 1 che si trovava in zona. El Hiblu batte bandiera delle isole Palau ed è partito dalla Turchia. Come indicato dalla guardia costiera, la nave ha effettuato il soccorso e si è diretta verso Tripoli per scaricare i naufraghi.
A circa 6 miglia dal porto della capitale libica, però, il mercantile ha invertito la rotta dirigendosi verso nord. I media maltesi parlano di un ultimo messaggio inviato dal capitano che diceva che la nave era “in mano ai pirati”. Secondo le agenzie internazionali, non è la prima volta che migranti soccorsi in mare si ribellano al ritorno in Libia.
Una fonte governativa ha riferito che a bordo ci sono 77 uomini e 31 donne. L’ong Mediterranea saving humans chiede che alla El Hiblu 1 sia “immediatamente assegnato un porto sicuro in un paese europeo dove alle persone salvate siano garantiti i diritti umani fondamentali. I governi che si oppongono a questo salvataggio e pretendono che la nave consegni i naufraghi in un porto libico, compiono un reato oltre che un atto disumano. Facciamo appello alle istituzioni europee perché non voltino la testa da un’altra parte e aiutino le persone in fuga dai campi di concentramento libici”.