Alcuni migranti soccorsi da un mercantile nel Mar Mediterraneo si sarebbero ribellati all’equipaggio e, secondo Matteo Salvini, avrebbero preso il controllo dell’imbarcazione, che ora sarebbe diretta verso Malta o Lampedusa. Il ministro dell’Interno incalza: “Non siamo più ai soccorsi, sarebbe il primo atto di pirateria in alto mare, con migranti che hanno dirottato il mercantile che era arrivato a 6 miglia dalla costa libica. Sappiano che l’Italia la vedranno col cannocchiale “.
Il caso SeaWatch
Nella vicenda della nave, che ha dovuto attendere 12 giorni davanti al porto di Siracusa prima di avere l’ok allo sbarco a Catania il 31 gennaio scorso, ci sono elementi per contestare il reato di sequestro di persona. È quanto sostengono i magistrati della Procura di Roma che hanno inviato il fascicolo, al momento contro ignoti, ai colleghi di Siracusa che ora dovranno valutare se esistono profili di competenza del tribunale dei ministri di Catania.
Il procedimento, coordinato dal sostituto procuratore Sergio Colaiocco, era stato avviato alla luce di un esposto presentato il primo febbraio in cui si ipotizzava il reato di omissioni di atti di ufficio. I magistrati di piazzale Clodio hanno, quindi, effettuato una serie di accertamenti delegati alla Guardia Costiera da cui risulta che la vicenda della SeaWatch, una ong tedesca, è sovrapponibile a quella della nave Diciotti e che quindi il reato più grave è quello di sequestro di persona e ciò radica il procedimento nel luogo in cui sarebbe avvenuta la limitazione della libertà personale. La nave aveva a bordo 47 migranti di cui alcuni minori.