Un fotogramma estrapolato da un filmino amatoriale Super 8 girato da un turista tedesco la mattina del 2 agosto 1980 in stazione a Bologna mostra una “spiccata somiglianza” tra il volto di una persona ripresa e Paolo Bellini, ex esponente di Avanguardia Nazionale. La Procura generale di Bologna ha chiesto la revoca del proscioglimento del 1992 per Bellini, in modo da riaprire le indagini e fare un riconoscimento antropometrico.
Gli elementi al vaglio della Procura
Il filmato amatoriale contiene riprese dei momenti immediatamente precedenti e successivi alla strage. Vi sono immagini di poco dopo l’esplosione, e, andando verso la sala d’aspetto, vengono riprese una serie di persone presenti, mentre si inizia a scavare tra le macerie. Un fotogramma mostra una persona con i capelli ricci, i baffi e le sopracciglia folte, simile a com’era Bellini nelle foto segnaletiche
Da un‘intercettazione ambientale del 1996 emerge inoltre che Carlo Maria Maggi, ex capo di Ordine Nuovo, condannato per la Strage di Brescia e morto a dicembre, parlando con un familiare disse di essere a conoscenza della riconducibilità della Strage di Bologna alla banda Fioravanti e che all’evento partecipò un “aviere”, che portò la bomba. Sarebbe un altro collegamento con Paolo Bellini, conosciuto nell’ambiente della destra per la passione per il volo tanto che conseguì il brevetto da pilota.
Come terzo elemento di novità che la Procura generale mette sul piatto per chiedere al Gip la revoca del proscioglimento dell’ex esponente di Avanguardia Nazionale ci sono poi atti del processo sulla ‘Trattativa Stato-Mafia’, da cui emergerebbe una “trama di oscuri rapporti” tra Bellini e Sergio Picciafuoco. I magistrati vorrebbero riprendere e approfondire questa relazione, alla luce delle indagini in corso. Picciafuoco, condannato in primo grado e poi assolto per la Strage, era presente in stazione il giorno della Strage, fu ferito dall’esplosione e fornì una falsa identità al personale sanitario del pronto soccorso. E’ stato recentemente sentito nel processo a carico di Gilberto Cavallini.