Al via gli Stati generali dell’Editoria alla presenza del premier Giuseppe Conte e del sottosegretario Vito Crimi. Per la riforma dell’editoria, sottolinea Conte, serve un “percorso condiviso” che dia voce alla “necessità di una riflessione comune”. Questa riflessione porterà ad una legge a settembre.
Conte indica 4 macroaree di discussione: le agenzie, i giornalisti, l’editoria a 360 gradi, il mercato e i cittadini. Nessuno escluso dalla riforma. Il premier invita gli addetti ai lavori a fare la loro parte. “Sarete tutti coinvolti“, dice, al governo il compito di “impostare una riforma del settore di cui si parla da anni ma che da anni non se ne fa nulla”, per riformare un “settore delicato e fondamentale per il funzionamento della democrazia”.
Con gli Stati generali dell’editoria, aggiunge Conte, “vogliamo raggiungere l’obiettivo di avere un sistema dell’informazione e dell’editoria nuovo, efficiente, equo e libero. Non vogliamo stravolgere alcunché ma migliorare il sistema con il vostro aiuto”.
“Sarà un percorso anche impegnativo, perché Crimi lo ha concepito in modo articolato, ma vi possiamo assicurare che sarà inclusivo – sottolinea il premier – sarete chiamati a esprimere le vostre proposte, a offrire spunti di riflessioni così da offrire al governo la possibilità di intervenire in piena avvedutezza. È fondamentale confrontarsi con gli stockholders, non c’è nulla di peggio che pensare di chiudersi da qualche parte, anche nel posto più bello o a Chigi, per elaborare una proposta di riforma senza conoscere le esigenze degli operatori”.
Ad ognuno la sua parte. Il governo ha il compito di individuare la “strada per perseguire al meglio l’interesse della collettività”. “Saranno molte le aree interessate”, precisa Giuseppe Conte, “dalla tutela delle fonti alle querele pretestuose, al tema dell’equo compenso”.
Il percorso di riforma sarà lungo e prevede diverse tappe. Dopo il primo incontro di oggi, gli Stati generali dell’editoria si riaggiorneranno “a giugno, poi ci sarà un terzo appuntamento a luglio, in cui verranno presentate le sintesi proposte, infine l’ultimo appuntamento a settembre con i testi di legge che potremo considerare definitivi della posizione del governo”.
Al centro della discussione anche la semplificazione del linguaggio, legata ai social. “Un problema molto attuale – ha aggiunto il premier – è quello dell’informazione che viene veicolata attraverso i social, per voi si tratta di disinformazione, per molti cittadini è la reale informazione, c’è una dialettica aperta. Si ragiona di disintermediazione”, ma quello dei social “è sicuramente un medium ulteriore che sta acquisendo una sempre maggiore rilevanza e che pone tanti problemi”.
Gli Stati generali dell’editoria vogliono essere “un momento in cui tendere la mano per cercare insieme delle soluzioni su un settore che è in crisi: gli interventi che il settore ha ricevuto in passato non hanno contribuito a superare la crisi, ma noi non vogliamo guardare al passato ma al futuro”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Vito Crimi.