Nelle persone che soffrono di emicrania e che hanno un peso in eccesso, dimagrire riduce la cefalea e migliora la qualità della vita. È questo il risultato di uno studio presentato dal prof. Claudio Pagano lo scorso 23 marzo a New Orleans (Usa) nel corso di ENDO 2019, il meeting annuale della società americana di endocrinologia.
Lo studio
Spiega Claudio Pagano, autore dello studio, endocrinologo e professore associato di medicina interna all’ Università di Padova: “Nelle persone che soffrono di emicrania e sono obese il calo di peso migliora la vita sociale e familiare nonché la produttività al lavoro e a scuola, determinando un miglioramento complessivo della qualità della vita-. L’effetto benefico è presente sia negli adulti sia nei bambini e adolescenti e determina un miglioramento di tutti gli aspetti della cefalea che peggiorano la qualità della vita degli emicranici. Si riducono i giorni di cefalea in un mese ma anche l’intensità e la durata degli attacchi”. Per analizzare gli effetti del calo di peso ottenuto con interventi di chirurgia bariatrica o con un approccio nutrizionale, Pagano e i suoi collaboratori (lo studio è stato condotto in collaborazione con il Miriam Hospital/Brown Alpert Medical School di Providence -Usa) hanno analizzato gli esperimenti pubblicati negli ultimi due decenni che consideravano l’intensità dell’attacco di cefalea, la frequenza mensile, la durata degli attacchi e il grado di disabilità provocato dagli attacchi di emicrania. Sono stati inoltre analizzati parametri come il peso iniziale e la sua variazione nel corso degli studi, il tipo di intervento sul peso (chirurgico o nutrizionale) e le popolazioni adulte e pediatriche.
I risultati
La meta-analisi ha valutato i risultati di 10 studi per un totale di 473 pazienti ed è stato rilevato un calo significativo di tutte le caratteristiche della cefalea: frequenza, intensità del dolore, durata dell’attacco e grado di disabilità provocata dall’attacco di emicrania. Il miglioramento dell’emicrania non era legato né al grado di obesità all’inizio dello studio né alla quantità di peso perduto. Infatti il miglioramento dell’emicrania era simile sia che i pazienti perdessero molti chili di peso, sia che ne perdessero pochi ad indicare che un bilancio energetico negativo– cioè assumere meno calorie di quelle consumate – conta più del peso assoluto raggiunto dai pazienti. Inoltre il miglioramento dell’emicrania era simile nei pazienti che avevano perso peso dopo un intervento di chirurgia bariatrica o con un approccio sull’alimentazione e sullo stile di vita. I benefici erano simili sia che si trattasse di persone adulte che di bambini. «Il calo di peso riduce l’impatto sulla salute di diverse condizioni associate all’obesità come il diabete, l’ipertensione, alcune malattie respiratorie, l’infarto e l’ictus – conclude Pagano -. L’obesità e l’emicrania sono entrambe frequenti nei paesi industrializzati e migliorare la disabilità e la qualità della vita in queste persone avrebbe un impatto importante sui costi sanitari e sociali diretti e indiretti». I meccanismi che collegano obesità, calo di peso ed emicrania rimangono ancora in gran parte sconosciuti ma gli autori ritengono che l’infiammazione cronica, le citochine rilasciate dal tessuto adiposo, le comorbidità che accompagnano l’obesità e gli aspetti comportamentali e psicologici possano svolgere un ruolo importante.