Alla luce di “rischi di uno scenario di no deal sempre più verosimili”, l’Ue e gli Stati membri hanno sostanzialmente “completato” la preparazione in caso di un’uscita traumatica dall’Ue della Gran Bretagna. Lo ha annunciato la Commissione Ue, spiegando che anche quasi tutte le misure legislative (17 su 19) sono già state adottate e le rimanenti dovrebbero esserlo “rapidamente”.
Ancora tutto fermo sulla Brexit. Il primo ministro britannico, Theresa May ha riunito il suo governo per fare il punto della situazione. Dopo il rinvio concesso dall’Ue, parte un’altra settimana di incontri per provare ad uscire dallo stallo.
Brexit, Theresa May riunisce il governo per fare il punto
Ieri un vertice informale di partito nella residenza dei Chequers. In questa occasione la premier, secondo Itv, ha promesso di essere pronta a dimettersi se i ribelli brexiteer appoggeranno finalmente la ratifica dell’intesa di divorzio da lei raggiunta con Bruxelles. Tra i falchi presenti Boris Johnson, Dominic Raab, Steve Baker e Jacob Rees-Mogg, che sarebbero rimasti sulle loro in mancanza di un impegno preciso sulla data del passo indietro.
Il governo potrebbe chiedere di rimettere l’accordo, già bocciato due volte, al voto dei Comuni. Al momento però non è ancora chiaro se e quando avverrà. Intanto la Camera potrebbe provare a sottrarre oggi all’esecutivo il controllo con alcuni emendamenti in agenda per la serata fra cui quello che mira a fissare per mercoledì una serie di “voti indicativi” su proposte alternative.