Festeggiata in tutto il mondo, la festa del papà, in Italia, si festeggia 19 marzo. Ma perché farla coincidere con il giorno di San Giuseppe?
Il culto di san Giuseppe arriva dall’Oriente nell’Alto Medioevo, anche se i primi a diffonderlo furono alcuni monaci benedettini dopo l’anno Mille (1030 circa), seguiti poi dall’ordine dei Servi di Maria nel XIV secolo e dai francescani nel Quattrocento. Fu Papa Sisto IV (nato Francesco della Rovere, 1414 – 1484 ) a iscrivere la festa nel calendario romano. Nel 1871 Papa Pio X proclama San Giuseppe protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa. Leone XIII lo nominò San Patrono dei padri di famiglia e dei lavoratori nel 1889. Per commemorare questo evento, i figli avevano preso l’abitudine di fabbricare piccoli regali oppure di offrire dei fiori ai loro padri. Infatti il fiore di questa festa è la rosa: rossa se il genitore è in vita, bianca in caso contrario. Fino al 1976, in Italia il 19 marzo era ritenuto festivo anche agli effetti civili (venne soppresso con la legge n. 54 del 5 marzo 1977).
Questa festa in quasi tutte le regioni d’Italia è caratterizzata anche da due “manifestazioni”: le zeppole e i falò. Il falò segna il passaggio dall’inverno alla primavera: infatti, tradizionalmente viene bruciato un fantoccio, la “vecchia”. La zeppola, invece, riprende la fuga in Egitto: per mantenere la famiglia in quel periodo, secondo la leggenda, Giuseppe si trovò a vendere frittelle. Le zeppole di San Giuseppe derivano da una tradizione antica risalente all’epoca romana.
Foto di MeteoWeb