In un contesto di leggi contraddittorie e confuse le decisioni della magistratura rischiano di diventare aleatorie ed evanescenti. Sono queste le parole espresse da Calogero Ferlisi, presidente del Tar Sicilia, nel corso della sua relazione letta in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, a Palermo.
“In un contesto legislativo ordinato e semplificato il potere esecutivo può governare e amministrare con efficienza e trasparenza mentre la giurisdizione può essere veloce ed intrinsecamente giusta – si legge nella relazione -, al contrario in un contesto legislativo sovrabbondante, disorganico e mutevole, nella selva di norme spesso tecnicamente imprecise, scoordinate o fianco contraddittorie, l’azione del governo e le decisioni della magistratura denotano un elevatissimo grado di incertezza giuridica e tendono nel loro valore giuridico a decadere fino quasi a connotarsi come aleatorie e quasi evanescenti (oltre che terreno purtroppo fecondo di corruttela, intrallazzi che oscillano drammaticamente tra l’illiceità e l’immoralità”.
Tra i campi di “particolare criticità” nel quadro normativo, Ferlisi sottolinea “la materia degli appalti pubblici”, la materia “delle misure amministrative antimafia tra cui le interdittive prefettizie che, pur nella ineludibile esigenza di approntare un sistema avanzatissimo di difesa sociale contro la delinquenza mafiosa, presenta non poche asperità forse anche aspetti problematici di natura dottrinaria e dogmatica”.
Un’altra criticità, poi, riguarda “il difficile coordinamento dei vari livelli di governo “centrale, regionale e locale e “i conseguenti conflitti, positivi o negativi, di competenza nonché l’evanescenza del principio stesso di responsabilità dei singoli pubblici uffici”.
“Tutti assistiamo – nota Ferlisi -, al fatto che pure a fronte di gravissimi problemi o a disastrose calamità la pubblica amministrazione, anziché adoperarsi per la relativa soluzione, disputa e disquisisce essenzialmente di competenze, di prerogative ed in definitiva di espedienti volti a scaricarsi di ogni colpa”.
Ed ancora “la sanità pubblica pervasa da un endemico tasso di disorganizzazione”, caratterizzata inoltre “da gravi diseguaglianze tra le aree del Nord Italia e le regioni del Sud”, molti cittadini, aggiunge Ferlisi, “rinunciano ormai a curarsi e non solo per i costi diretti ed indiretti delle cure ma anche per gli intollerabili tempi di attesa