Oltre 180 piazze italiane rispondono alla manifestazione ambientalista promossa dall’attivista 16enne svedese Greta Thunberg. Grande partecipazione studentesca anche egli Usa dopo l’uscita voluta da Trump dagli accordi di Parigi sul clima.
A Milano, adesione di quasi 100 mila persone, diecimila a Firenze, seimila a Roma e tremila a Bologna e altrettante a Bergamo, almeno secondo le prime stime.
Momenti di tensione si sono registrati a Napoli dove un gruppo di manifestanti ha tentato di forzare il blocco della Polizia per arrivare in piazza del Plebiscito dove è atteso Salvini.
“Non vogliamo le vostre speranze, vogliamo che vi uniate a noi. Questo sciopero viene fatto oggi perché i politici ci hanno abbandonato. Abbiamo assistito a trattative lunghe anni per accordi sul clima miseri, abbiamo visto imprese a cui è stata dato il via libera per scavare la nostra terra, trivellare sotto il nostro suolo e per i loro profitti bruciare il nostro futuro”, ha dichiarato Greta su Faz online.
“Vi ascoltiamo e stiamo facendo esattamente ciò che chiedete”. Questo è il messaggio della Commissione europea ai giovani che oggi marciano per il clima in tutto il mondo. “Incoraggiamo i giovani che potranno votare alle prossime elezioni europee a far sì che il cambiamento climatico sia una priorità nella campagna, così come invitiamo tutti i partiti politici a definire le loro posizioni sul tema nei loro programmi elettorali”, ha dichiarato una portavoce dell’esecutivo europeo.
Stop ai cambiamenti climatici, la protesta “globale”
“I politici – ha aggiunto la giovane – conoscono la verità sul cambiamento climatico ma hanno comunque ceduto il nostro futuro agli approfittatori, il cui desiderio di denaro veloce minaccia la nostra esistenza”. L’obiettivo principale del movimento è convincere i leader politici di tutti i Paesi “ad ascoltare gli scienziati” che hanno lanciato l’allarme sul cambiamento climatico e a rispettare l’impegno di mantenere l’aumento della temperatura media sotto 1,5 gradi centigradi entro questo secolo.
“Alla politica si chiede quindi di agire subito per limitare drasticamente le emissioni a effetto serra perché ormai non c’è davvero più tempo da perdere”. I leader dell’Ue si riuniranno in un vertice a Bruxelles il 21 e 22 marzo per discutere della lotta al cambiamento climatico. Nella proposta strategica pubblicata dalla Commissione europea a novembre, si raccomanda di adottare l’obiettivo di raggiungere zero emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050 al più tardi.
Anche l’Europa si mobilita
In una risoluzione non vincolante adottata ieri a Strasburgo, con 369 voti a favore, 116 contrari e 40 astensioni, la plenaria del Parlamento europeo ha chiesto che, oltre all’obiettivo di lungo termine del 2050, l’Ue aumenti la propria ambizione e i propri sforzi portando dal 40% previsto attualmente al 55% la riduzione delle emissioni prevista per il 2040 (rispetto al livello del 1990).
Fra i governi dell’Ue, Spagna, Danimarca, Svezia, Lussemburgo, Francia e Olanda si sono già dichiarati a favore di un’azione più determinata e ambiziosa per rispettare l’Accordo di Parigi, ma altri Paesi (in particolare quelli dell’Est) non sono dello stesso avviso. Una altro appuntamento internazionale importante a cui guardano i manifestanti è quello del prossimo vertice Onu sul clima, previsto a settembre.