La guardia di finanza ha arrestato sette persone, tra cui l’ex presidente della Provincia di Taranto, Martino Carmelo Tamburrano (Forza Italia), nell’ambito di una inchiesta della Procura sull’iter amministrativo per la concessione dell’autorizzazione all’ampliamento della discarica di Grottaglie-contrada Torre Caprarica.
I reati contestati sono, a vario titolo, quelli di corruzione e turbata libertà degli incanti.
In manette sono finite sette persone. Oltre Tamburrano, i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria delle Fiamme Gialle del capoluogo ionico hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare anche di un dirigente dello stesso ente, del presidente e di un membro della Commissione di gara per la raccolta di rifiuti solidi urbani di un comune della provincia di Taranto, di due imprenditori attivi nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti e del procuratore speciale di una società gestore di una discarica nel comune di Grottaglie.
L’operazione ha impegnato finanzieri delle provincie di Taranto, Roma, Bari e Milano per l’esecuzione dei provvedimenti e delle perquisizioni presso uffici pubblici e numerose sedi societarie. Delle 7 misure cautelari, quattro prevedono la custodia in carcere mentre le restanti tre i domiciliari.
Tamburrano, già sindaco di Massafra, secondo la guardia di finanza e la Procura, avrebbe fatto parte di un gruppo formato anche da un dirigente della stessa Provincia e da imprenditori che operano nel settore dello smaltimento e della gestione dei rifiuti il quale avrebbe tratto vantaggi in denaro e beni attraverso atti corruttivi con notevoli guadagni indebiti.
Secondo gli inquirenti, tra i vantaggi dalle operazioni illecite, ci sarebbero stati anche dei contributi per il finanziamento di una campagna elettorale per il Senato della moglie di Tamburrano. Dalle indagini è emerso anche che la società proprietaria della discarica di Grottaglie aveva già terminato la sua attività di raccolta rifiuti dal momento che il sito aveva esaurito la sua capienza. Ad agosto del 2017 la Provincia di Taranto, dopo i pareri negativi degli organi preposti, aveva respinto la richiesta di ampliamento.
A quel punto, il procuratore legale della società avrebbe iniziato, tramite un imprenditore di San Marzano di San Giuseppe, a tessere stretti rapporti illeciti con il presidente della Provincia per una nuova valutazione della richiesta rigettata per il rilascio dell’autorizzazione al sopraelevamento della discarica di ulteriori 15 metri rispetto al livello di colmata.
Pertanto l’ex presidente della Provincia di Trapani si sarebbe adoperato attivamente per nominare un nuovo comitato tecnico e un dirigente del Settore Ambiente compiacente, figura che fino a quel momento era stata ricoperta dal segretario dell’ente. A fronte di questo impegno contrario ai propri doveri, i pubblici ufficiali avrebbero ricevuto denaro e altre utilità.