Dopo le batoste delle scorse ore, la premier britannica Theresa May può finalmente “respirare” sul fronte Brexit dopo il voto favorevole della Camera dei Comuni (412 i sì, 202 i no) alla richiesta di un rinvio “breve” dal 29 marzo al 30 giugno. Il terzo voto di ratifica dell’accordo raggiunto con Bruxelles slitta quindi alla settima prossima. Quanto a un ipotetico secondo referendum sulla Brexit, i Labour fanno saltare il banco votando contro l’emendamento che alla fine porta a casa 85 voti a favore e 334 contrari.
Brexit, la May ottiene il rinvio
Di fronte a questa “situazione di incertezza – dice il capo negoziatore dell’Ue Michael Barnier – se siamo lucidi e responsabili ci dobbiamo preparare ad una Brexit senza accordo, perché il 29 marzo è vicino”. “L’estensione sarà al voto stasera, non mi permetto di intervenire su questo, ma voglio dire che la situazione è grave e che bisogna prepararsi” allo scenario di un ‘no deal’. “Siamo pronti, ma raccomando di non sottostimare le conseguenze”.
E dagli Usa arriva una nuova tirata d’orecchi per Theresa May per come ha gestito i negoziati sulla Brexit: “Non ha ascoltato i miei consigli”, ha detto Donald Trump parlando a margine dell’incontro col primo ministro irlandese Leo Varadkar. “Gli Stati Uniti vogliono rimanere fuori dai negoziati sull’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, ma un altro voto sulla Brexit sarebbe impossibile perché ingiusto. I negoziati devono andare avanti anche se dovevano essere portati avanti in maniera diversa”.