Il cardinale George Pell resta in isolamento. Come riporta oggi il quotidiano The Australian, il prelato potrebbe essere “in serio pericolo” di vita in carcere e di fatto il suo isolamento durerà finché le autorità carcerarie potranno elaborare procedure per proteggerlo. Secondo il quotidiano australiano, l’ente statale responsabile delle carceri Corrections Victoria sta esaminando quando il prelato potrà essere trasferito da una struttura di massima sicurezza a una prigione più permanente, possibilmente con altri criminali sessuali.
“Come rileva l’affidavit, vi sono preoccupazioni per la notorietà del condannato per e la natura di profilo estremamente alto della causa”, ha dichiarato ieri il giudice Peter Kidd nell’emettere la sentenza. “Questo solleva preoccupazioni di sicurezza. Sono consapevole che il tempo in prigione sarà impattato materialmente e negativamente a causa di questi fattori. La posizione del condannato è legata all’età avanzata e alla conseguente vulnerabilità. Il condannato potrebbe non vivere fino all’esaurimento della pena”.
I problemi di salute di Pell includono lunghi precedenti di disturbi cardiaci, ipertensione e insufficienza cardiaca congestizia. Secondo il quotidiano, Pell potrebbe essere trasferito in una di due strutture nell’entroterra del Victoria in cui sono detenuti in relative condizioni di sicurezza criminali sessuali e detenuti di bassa sicurezza. Una seconda opzione è la prigione di minima sicurezza di Langi Kai Kal, 150 km a ovest di Melbourne, vicino a Ballarat, città natale di Pell.
Pell è stato condannato ieri dalla County Court per abusi sessuali su minori a sei anni di carcere e potrà chiedere la libertà su cauzione dopo tre anni e otto mesi. Era stato giudicato colpevole da una giuria in dicembre di aver abusato sessualmente di due coristi di 13 anni quando era arcivescovo cattolico di Melbourne negli anni ’90, e di aver aggredito sessualmente una seconda volta uno dei due minori, due mesi dopo