Il premier Conte ha convocato a Palazzo Chigi Mario Virano, direttore generale di Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare e poi gestire la Torino-Lione.
Il ministro francese dei Trasporti, Elisabeth Borne si era espresso a favore della Tav Torino-Lione. “Non faremo un tunnel da soli: spero che diranno sì”, ha insistito Borne riferendosi al governo di Roma: “Confido che gli italiani confermino il loro impegno”
Non è dello stesso parere il premier Conte: “Io stesso ho espresso forti forti dubbi e perplessità sulla convenienza della Tav e lo ribadisco. Non sono affatto convinto che questo sia un progetto infrastrutturale di cui l’Italia ha bisogno”. “Se lo dovessimo cantierizzare oggi mi batterei perché non sia realizzato. Lo dico perché voglio che i cittadini italiani siano messi al corrente costantemente”,
“L’unica strada è proseguire – ha proseguito – alla luce dei forti dubbi emersi, e me ne assumo la responsabilità, è procedere ad un’interlocuzione con i partner di questo progetto, Francia e Ue, per condividere questi dubbi e le perplessità. C’è il rischio che l’opera si riveli poco funzionale rispetto al sistema dei trasporti con cui avremo a che fare” ha concluso Conte.
Tav, Palazzo Chigi: “Sono emerse criticità, manca un accordo”
Palazzo Chigi ha comunicato che sarebbero emerse criticità “che impongono un’interlocuzione con gli altri soggetti partecipi del progetto, al fine di verificare la perdurante convenienza dell’opera e, se del caso, la possibilità di una diversa ripartizione degli oneri economici”.
Il Senato aveva dato il via libera alla mozione di maggioranza sulla Tav che impegna il Governo a “ridiscutere integralmente il progetto della linea Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia“. Il provvedimento presentato da Lega-M5s ha avuto 139 sì, 105 no. Bocciate le mozioni dell’opposizione presentate da Pd, FI e FdI. Respinto a larga maggioranza anche l’ordine del giorno presentato dalla senatrice di LeU Loredana De Petris.
Tav, fumata nera al vertice notturno: governo ancora diviso
Non sono bastate oltre cinque ore di vertice notturno al governo gialloverde per trovare un’intesa sui bandi Tav. Al momento, riportano diverse fonti, sarebbero ancora in corso diverse valutazioni giuridiche. Su un punto però il governo sembra convergere, ovvero la richiesta di un bilaterale con la Francia per verificare i criteri di finanziamento.
Tav, si fa o non si fa?
Nelle scorse settimane il premier Conte aveva promesso una decisione entro venerdì visto che lunedì 11 marzo il cda di Telt dovrà dare il via libera ai bandi. Come sottolineato dalla commissione Ue, il rischio è quello di perdere 800 milioni di euro per il mancato avvio delle gare.
Se quindi la Lega è disposta a chiamare i cittadini piemontesi a pronunciarsi con un referendum, il M5S ha da sempre definito il suo “No” alla grande opera come uno dei pilastri del suo progetto politico. Insomma, si cammina su un filo di lana e il tempo intanto stringe.