Il nuovo atto del processo per pedofilia contro il cardinale australiano George Pell si terrà il 5 e il 6 giugno davanti alla Court of Appeal dello Stato di Victoria. Dopo aver valutato l’istanza per il permesso di presentare appello, si dovranno poi attender altre settimane prima che i giudici annuncino se l’appello è stato accolto o meno. Il verdetto è atteso per il 13 marzo.
Il prelato 77enne rimarrà intanto in detenzione, i suoi legali non hanno fatto domanda di libertà su cauzione. Pell, come è noto, è stato giudicato colpevole lo scorso dicembre dalla County Court del Victoria per abusi sessuali su due coristi tredicenni nella sacrestia della cattedrale di St. Patrick a Melbourne nel 1996 e 1997, quando era vescovo di quella diocesi.
Pedofilia, si entra nel vivo del processo sul caso Pell
Su di lui pesano 5 reati, ciascuno passibile di una pena di 10 anni di carcere: un reato di penetrazione di un minore sotto i 16 anni e di quattro reati di atti indecenti con minori di 16 anni. Durante il processo è stato asserito che Pell ha stuprato oralmente uno dei coristi e ha molestato il suo amico dopo una messa solenne nel 1996. Un’altra accusa è di aver palpeggiato uno dei coristi due mesi dopo.
Non sarà tuttavia il noto il penalista Robert Richter a guidare ancora la difesa del cardinale nell’appello, in parte – ha detto – perché è stato troppo coinvolto emotivamente nella causa e irritato per il verdetto di colpevolezza. Richter ha detto che sente di non avere “sufficiente obiettività” per guidare l’appello, anche se continuerà a consigliare la squadra legale.
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