Tutto ancora da decidere sulla legittima difesa. Questa mattina, alla Camera, riprende l’esame del ddl sulla legittima difesa, baluardo della Lega.
Legittima difesa, Di Maio: “Nessun entusiasmo nel M5S ma è nel contratto”
“Sicuramente questa è una legge della Lega. Come quando si è votata la legge contro la corruzione voluta dal M5S non è che ci fosse tutto questo entusiasmo nella Lega. Allo stesso modo, quando si vota la legge sulla legittima difesa, che è una legge che sta nel contratto e che per questo porteremo avanti perché noi siamo leali, non è che ci sia tutto questo entusiasmo nel M5S“. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio ai microfoni di “No stop news” su Rtl 102.5, commentando l’approvazione della legge sulla legittima difesa, nonostante il dissenso di molti parlamentari del M5S.
Legittima difesa, in Camera si discute l’approvazione del ddl
Nella giornata di martedì sono stati bocciati tutti gli emendamenti, tranne uno proposto dal Pd e passato a voto segreto. Quello che ha segnato la riunione di ieri è stata l’assenza non giustificata di buona parte (ben 32) degli esponenti del Movimento 5 Stelle e il silenzio dei presenti mentre, di contro, il leader della Lega, Matteo Salvini, presidiava l’Aula insieme ai suoi sostenitori.
Ogni deputato ha avuto un minuto a disposizione, così l’esame del testo del ddl sulla legittima difesa è proseguito in maniera celere. Nonostante le disapprovazioni da parte dei 5 stelle, la Lega e il leader Salvini, presente in Aula, hanno potuto contare sui voti favorevoli di Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Non sono mancati però gli scontri tra Pd e Forza Italia. I Dem infatti considerano inutile il provvedimento, dal momento che sono “non sono più di 4 o 5 all’anno i casi di persone che vanno a giudizio per legittima difesa e tutti vengono archiviati” – ricorda Bazoli -, nonché pericoloso per il rischio di bypassare la valutazione dei giudici. Al contrario Forza Italia ritiene che il ddl sia “la prima cosa che ha l’idea di essere di centrodestra”, rimarca il vicepresidente e presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ricordando che “FI fin dall’inizio ha fatto carte false perché si portasse avanti questo tema”.
A non convincere i grillini è una piccola parola, l’avverbio “sempre”. L’articolo 1 del ddl sulla legittima difesa infatti, modificando la normativa esistente ex articolo 52 del codice penale, vorrebbe considerare “sempre” sussistente la proporzionalità tra difesa e offesa nei casi in cui una persona respinga con le armi (o “altri mezzi di coazione fisica”) l’intrusione in casa di un presunto aggressore. Secondo il M5S c’è il rischio che questo “sempre” possa trasformarsi in una presunzione costituzionalmente illegittima.