Un blitz condotto da carabinieri e polizia nelle province di Napoli e Caserta, ha portato all’azzeramento dei vertici del clan “Ligato” di Pignataro Maggiore (Caserta): 18 persone sono state arrestate perché ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, danneggiamento seguito da incendio, lesioni personali aggravate, detenzione armi, munizioni e materie esplodenti, porto abusivo d’arma, violenza privata e minacce aggravate, nonché detenzione illegale di bomba a mano, aggravati dall’aver agevolato un sodalizio mafioso (art. 416 bis 1 del c.p.).
“Il provvedimento restrittivo costituisce il risultato di una prolungata attività d’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e avviata nell’anno 2017 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Caserta e dalla Compagnia Carabinieri di Capua nella quale sono confluiti anche gli esiti delle indagini svolte dalla Squadra mobile in ordine all’esplosione, il 28 febbraio 2018, di alcuni colpi di pistola ai danni della saracinesca dell’agenzia funebre Vagliviello di Sparanise“.
Blitz anticamorra nel Casertano, 18 arresti
Le indagini tendono a confermare la presenza attiva e pericolosa del clan Ligato, associazione di tipo mafioso operante a Pignataro Maggiore, Vitulazio, Pastorano, Camigliano, Sparanise e Capua (CE), erede del già Clan “Lubrano-Ligato”. È emersa una compagine criminale “capace di giungere a gravi atti intimidatori come danneggiamenti e lesioni personali al fine di far piegare le vittime e affermare la propria egemonia sul territorio nel traffico di stupefacenti”.
In carcere sono finiti: Antonino Raffaele Ligato, Felicia Ligato, Davide Ianuario, Daniele Schettini, Anna De Fusco, Fabio De Gennaro, Claudio Di Bernardo, Terence Fusco, Giuseppe Grieco, Valerio Iossa, Davide Pagano, Raffaele Palmieri, Francesco Russo, Giuseppe Valente, Luigi Mandesi. Ai domiciliari, invece, sono finiti Gilberto Mauro, Agostino Maiello e Alessandro D’Amato.