A distanza di una settimana dalla richiesta avanzata dalla famiglia Orlandi di riaprire una tomba sospetta nel cimitero teutonico, all’interno delle Mura vaticane, il direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, ha dichiarato di essere in grado di “confermare che la lettera della famiglia di Emanuela Orlandi è stata ricevuta dal cardinale Pietro Parolin e che verranno ora studiate le richieste rivolte nella lettera”. La richiesta della famiglia Orlandi è avvenuta tramite il suo legale Laura Sgrò che ha presentato formale istanza al segretario di Stato vaticano.
La famiglia ha chiesto una serie di informazioni su una tomba all’interno del cimitero teutonico Vaticano, quello dove da anni diverse persone oltre ai familiari si recano per pregare nel ricordo di Emanuela. Appoggiata a una parete del cimitero infatti si nota la statua raffigurante un angelo che tiene un foglio con la scritta in latino “Requiescat in pace” ovvero “Riposa in pace”. Secondo una lettera indirizzata all’avvocato della famiglia Orlandi le risposte al mistero che avvolge la scomparsa Emanuela sarebbero custodite lì. L’estate scorsa, all’avvocato sarebbe stata recapitata la lettera insieme alla fotografia: nell’immagine che raffigura la statua di un angelo sulla tomba la segnalazione diceva: “Cercate dove indica l’angelo“. Proprio il legale ha dichiarato di essere andata a verificare le condizioni della tomba, di aver fatto tutti gli accertamenti e di attendere le autorizzazioni. “L’angelo e la lastra della tomba sono chiaramente elementi di due periodi storici differenti” ha proseguito.
La quindicenne di Roma è sparita nel nulla del lontano 1983 e da allora la famiglia non si è mai rassegnata.