È un grido d’allarme quello lanciato dall’Ordine dei medici italiani. Entro il 2025 usciranno dal Sistema sanitario nazionale 52mila medici, vale a dire il 50% degli attuali specialisti a causa del blocco delle assunzioni, dei pensionamenti fisiologici secondo la legge Fornero e di quelli anticipati con quota 100. Attualmente mancano all’appello 10mila specialisti.
Emorragia medici, entro il 2015 addio alla metà di specialisti
Ad essere colpiti saranno principalmente i settori strategici: entro il 2025 l’ammanco sarà di 4.180 medici nella medicina d’emergenza, di 3.323 nella pediatria, di 1.828 nella medicina interna, di 1.395 in anestesia. Eppure, denuncia l’Ordine, sono poco meno di 16mila i medici intrappolati nel cosiddetto “imbuto formativo”: laureati, abilitati e poi costretti ad attendere anche per anni prima di riuscire a ottenere un posto nelle scuole di specializzazione o al Corso per la Medicina Generale. Il Miur ha messo a bando 6.934 posti nelle 50 scuole di specialità e per tali posti si sono presentati più del doppio dei laureati.
Si attende a questo la scelta del ministero della Salute di aprire i concorsi anche agli specializzandi iscritti all’ultimo anno di corso. Intanto, in mancanza di personale, si ricorre allora ai medici a gettone. Secondo i dati forniti dall’Enpam, sarebbero almeno 35mila i precari retribuiti a chiamata. Di questi almeno 10mila sarebbero esterni alle strutture e pagati anche 90 euro all’ora, mentre i restanti sarebbero già dipendenti degli ospedali e retribuiti oltre lo stipendio per i turni extra anche 60 euro all’ora.