“Il fatto non sussiste“, così vengono assolti tutti i nove imputati nel processo legato alla vicenda dell’eredità di Alberto Sordi. Dopo circa due ore di Camera di Consiglio, lo ha deciso il giudice monocratico del Tribunale di Roma.
I 9, accusati a seconda delle posizioni di ricettazione e di circonvenzione di incapace ai danni di Aurelia Sordi, sorella dell’attore, morta nel 2014 a 94 anni, sono stati assolti con la formula “perchè il fatto non sussiste”. Al centro del contendere una donazione di 2,3 milioni fatta al personale di servizio dall’anziana quando però, secondo l’accusa, era già incapace di intendere e di volere.
Inoltre il giudice Maria Elena Mastrojanni, della settima sezione penale del tribunale di Roma, ha disposto il dissequestro e la restituzione di tutte le somme e dei conti correnti sequestrati agli imputati. Tra loro c’erano alcuni dei più stretti collaboratori del popolare attore e della sorella.
Nel processo iniziato nel 2017, quattro degli imputati, e precisamente l’autista e factotum Arturo Artadi, gli avvocati Francesca Piccolella e Carlo Farina e il notaio Gabriele Sciumbata, hanno dovuto rispondere di circonvenzione di incapace. Gli altri dipendenti della famiglia Sordi erano accusati di ricettazione. Per Sciumbata e Piccolella, la Procura aveva chiesto 4 anni, per Farina 2 anni.