Emergono nuovi sviluppi sul caso della morte di Stefano Cucchi. Secondo quanto riporta Enrico Mentana sulla sua pagina Facebook: “Al processo è emerso che dall’Arma furono dati elementi falsi per l’intervento del ministro Alfano in Parlamento sul caso Cucchi nel novembre 2009″.
Caso Cucchi, l’Arma falsificò i dati per l’intervento di Alfano in Parlamento
Durante il processo bis sulla morte di Cucchi, i nuovi atti depositati alla Corte di assise di Roma , che vede imputati 5 carabinieri, hanno portato il pm Giovanni Musarò a dichiarare che: “L’appunto che il ministro alla Giustizia Angelino Alfano legge il 3 novembre 2009 davanti al Senato per rispondere all’interrogazione parlamentare sulla morte di Stefano Cucchi, viene redatto sulla base di atti falsi preparati dal comando provinciale dei carabinieri di Roma. Paradossalmente il primo ad accusare implicitamente gli agenti della penitenziaria è il ministro responsabile della penitenziaria. Nonostante in quel momento il fascicolo della Procura fosse contro ignoti. In sostanza Alfano dichiara il falso al Senato sulla base di atti falsi“. E ancora: “In questa vicenda si è giocata una partita truccata, con carte segnate. Una partita giocata sulle è spalle di una famiglia: qui c’è in gioco la credibilità di un intero sistema”.
Della vicenda del giovane Stefano Cucchi, morto a Roma il 22 ottobre del 2009 in seguito ad un pestaggio mentre si trovava nel carcere di Regina Coeli, si è parlato molto e ancora non si riesce a fare chiarezza sulla morte anche a causa delle presunte pressioni dei vertici dei carabinieri.
Dati falsificati e depistaggi, anche al di fuori del processo, stanno portando ad un allungamento dei tempi per la ricostruzione dei fatti, mentre la famiglia di Stefano e i suoi legali tentano in ogni modo di ottenere verità prima e giustizia poi. “In atti interni dell’Arma dei carabinieri che risalgono al periodo compreso tra l’ottobre e l’inizio novembre del 2009 compaiono già le conclusioni a cui sarebbero giunti i medici legali nominati dalla Procura sei mesi dopo” e che indicavano come “responsabili del decesso solo i medici”, ha poi aggiunto il pm. “Già in quegli atti si affermava che non c’era un nesso di causalità tra le botte e la morte di Cucchi, che una delle fratture era risalente nel tempo e che i responsabili del decesso erano solo i medici.