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Summit Kim-Trump, prove di dialogo in Vietnam

Parte il 27 febbraio la due giorni di incontri tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader nordcoreano, Kim Jong un, ad Hanoi, in Vietnam. Secondo quanto riferisce la stampa sudcoreana, i colloqui saranno scaglionati un 48 ore per favorirne la buona riuscita. Intanto, per rompere il ghiaccio, è prevista una “conversazione a quattr’occhi“, domani, seguita da una cena. Lo conferma la Casa Bianca.

Summit Kim-Trump, prove di dialogo

La Cina nutre buone speranze sul prossimo summit tra Kim Jong un e Donald Trump, perché favorisca “un nuovo passo” verso la denuclearizzazione e la pace. “Quest’anno l’intero mondo si trova di fronte a speranza e sfide. Questa settimana, in particolare, è molto importante e cattura l’attenzione della comunità internazionale”, si legge in una del ministro degli Esteri Wang Yi.

Gli incontri tra i due leader dovrebbero essere almeno cinque. La prima giornata dovrebbe essere scandita secondo lo schema seguito nell’ultimo incontro, quello del 12 giugno a Singapore, conclusosi con la firma di una dichiarazione congiunta tra Kim e Trump. Non è ancora emerso, invece, il programma della seconda giornata.

In attesa del nuovo incontro ad Hanoi, non mancano le tensioni. Gli inviati di stampa e tv statunitensi, infatti, sono stati costretti a lasciare l’Hotel Melia, dove alloggerà Kim Jong une a trasferirsi in fretta e furia in un’altra sede. “I giornalisti americani sono stati cacciati dall’albergo dove abbiamo trascorso giorni, allestendo il nostro spazio di lavoro”, ha denunciato in un tweet Jim Acosta, il corrispondente della Cnn dalla Casa Bianca, dopo la decisione comunicata dal ministero degli Esteri vietnamita di trasferire la sala stampa al centro per i media internazionali a qualche centinaio di metri di distanza. Tutto con appena un’ora di preavviso.

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“Kim Jong un continua a dettare legge, che sia in Corea del Nord o in Vietnam – ha accusato un altro giornalista della Cnn, Will Ripley – Gli Stati Uniti volevano che il summit si tenesse a Da Nang, che aveva già ottenuto il via libera dei servizi segreti dopo il vertice dell’Apec, Kim voleva Hanoi. Arrivare in aereo in Vietnam avrebbe causato meno problemi al traffico ferroviario e stradale, Kim ha insistito per il treno. E ora questo…”.

Massima sicurezza per gli spostamenti in treno di Kim Jong un. Dopo 3 giorni di viaggio a bordo del suo treno blindato, il leader nordcoreano è arrivato ad Hanoi, dove lo attendevano centinaia di persone tra imponenti misure di sicurezza, nelle strade intorno all’Hotel Melia. Al confine vietnamita, nelle stazione di Dong Dang il leader nordcoreano è stato accolto da Vo Van Thuong, segretario del Comitato centrale del Partito comunista, e dal sottosegretario del governo Mai Tien Dung.

Rosanna Pasta

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Rosanna Pasta
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