Il governo del presidente Nicolas Maduro, in Venezuela, sta ordinando la chiusura parziale del confine con la Colombia, alla vigilia della consegna degli aiuti umanitari supportata dagli Stati Uniti.
Venerdì i militari venezuelani hanno aperto il fuoco contro un posto di blocco di indigeni Pemon a Gran Sabana, a poca distanza dalla frontiera con il Brasile. Nello scontro sono morte 2 persone, mentre i feriti sono almeno 14.
Su Twitter, il vicepresidente Delcy Rodriguez ha dichiarato che il governo sta ordinando la chiusura temporanea di tre incroci nello stato di Tachira a causa delle “minacce gravi e illegali” contro la pace e la sovranità del Venezuela provenienti dal governo della Colombia.
In quell’area di confine, i sostenitori del leader dell’opposizione, Juan Guaidò, stanno cercando di consegnare tonnellate di cibo e forniture mediche, che l’amministrazione di Donald Trump, negli ultimi giorni, ha fatto arrivare in Colombia in aereo.
Juan Guaidò, autoproclamatosi presidente ad interim in attesa di nuove elezioni per far cadere il governo Maduro, ha riferito che le forze armate del suo Paese lo hanno aiutato ad attraversare la frontiera con la Colombia, dove si è riunito con il presidente colombiano Ivan Duque e i suoi omologhi di Cile, Sebastian Pinera, e Paraguay, Mario Abdo.
A margine di una visita d uno dei depositi per la raccolta dell’assistenza umanitaria internazionale, in Venezuela, Guaidò ha dichiarato: “Come siamo arrivati qui in Colombia? Quando hanno vietato lo spazio aereo, proibito ogni tipo di navigazione, ostacolato le strade, perfino sparato contro i deputati che andavano in convoglio verso la frontiera: noi siamo qui precisamente perché le forze armate venezuelane hanno partecipato anch’esse in questo processo”
Durante una conferenza stampa comune insieme a Duque e Pinera poi, il presidente autoproclamato si è presentato come “rappresentante legittimo del popolo venezuelano”, venuto “non per chiedere un’elemosina, come dicono alcuni”,ma per “cercare di risolvere una crisi che non siamo stati noi a creare, ma che dobbiamo comunque affrontare”.
In merito all’ingresso degli aiuti umanitari nel Paese – operazione da lui sostenuta -, Guaidò ha detto che “l’intera società si è mobilitata” per andare a prelevare cibo e medicine oltre il confine e “oltre un milione di persone si sono iscritte per partecipare in questa grande impresa”.