La polizia di Catania ha tratto in arresto Alfio Napoli, chiamato “Codd’i mulu”, pregiudicato, ritenuto responsabile, in concorso con altri, del delitto di estorsione, con l’aggravante di avere commesso il fatto “avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà tipiche delle organizzazioni mafiose criminali operanti sul territorio”.
L’arresto si inquadra nell’ambito di un’attività di investigativa sul clan mafioso “Cursoti Milanesi”. Le indagini condotte da personale della “Squadra Antiracket” hanno permesso di accertare che, in effetti, il farmacista in questione era costretto pagare, sin dall’anno 2009, per la nota “messa a posto”, 200 euro mensili per evitare le numerose rapine commesse nel tempo ai danni della farmacia.
Nel corso delle indagini, la Squadra Mobile di Catania aveva tratto in arresto Vincenzo Piazza con l’aggravante dell’art. 416 bis.1 c.p., per avere commesso il fatto con modalità tipicamente mafiose, “consistite tra l’altro nell’avere rappresentato alla vittima la necessità di corrispondere le somme nell’interesse del clan criminale dominante sul territorio (nel caso di specie il clan “Cursoti Milanesi”)”.
Le indagini hanno poi consentito di individuare il ruolo di “esattore” di Napoli, nipote acquisito del defunto Luigi Miano, noto come “Jimmy”, storico vertice dell’organizzazione mafiosa Cursoti Milanesi. Napoli era stato tratto in arresto nel 2015, nell’ambito dell’operazione “Final Blow” che aveva coinvolto 27 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso (clan Cursoti Milanesi), detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, tentato omicidio e reati in materia di armi con l’aggravante del metodo mafioso.