La Dia di Reggio Calabria ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni nei confronti di Angelo Emilio Frascati, 62enne reggino, imprenditore molto noto nel settore della grande distribuzione alimentare e del commercio di autovetture. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Direttore della DIA e sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica – DDA.
Nel provvedimento odierno, la Sezione Misure di Prevenzione ha riconosciuto la sua pericolosità sociale per la stretta vicinanza con la ‘ndrangheta, tratta principalmente dalle risultanze del procedimento denominato “Fata Morgana” (poi confluito nel procedimento “Ghota”), nell’ambito del quale è stato arrestato nel 2016.
In quel contesto investigativo gli è stato contestato:
Con queste accuse Frascati è stato condannato, con sentenza di primo grado emessa nel marzo scorso dal GUP di Reggio Calabria, a 13 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa e turbata libertà degli incanti, aggravata dal metodo mafioso. Numerosi collaboratori (Antonino Fiume, Consolato Villani , Roberto Moio, Mario Gennaro, Santo Siclari, Candeloro Ficara Claudio e Cosimo Virgiglio) lo hanno indicato quale imprenditore espressione della ‘ndrangheta reggina, nella sua componente più alta e rappresentativa, costituita dalla famiglia De Stefano.
Il suo strettissimo rapporto con esponenti di primo piano di quella cosca emerge chiaramente anche dall’indagine svolta nell’ambito del procedimento “Recherche”, mentre la vicinanza con esponenti apicali del sodalizio Libri anche da quella denominata “Roccaforte”.
Il Tribunale ha rilevato come “…nel corso del procedimento “Fata Morgana” sia emersa inequivocabilmente la tendenza, da parte del FRASCATI, ad intestare a persone a lui vicine le numerose imprese e società di fatto a lui riconducibili…”. L’ingente patrimonio sottoposto a sequestro, il cui valore complessivo supera i 20 milioni di euro, consiste in: