Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, risponde agli attacchi mossi contro di lui durante il dibattito all’Europarlamento di martedì, soprattutto da parte del leader dei liberali dell’Alde, Guy Verhofstadt, che lo ha definito un “burattino” nelle mani dei vicepremier Salvini e Di Maio. “Chi parlava apparteneva alle vecchie famiglie politiche e quindi si scagliava contro il vento nuovo. Anzi, per molti di loro era una sorta di canto del cigno”, ha affermato il premier. “Il mio è un governo che esprime il cambiamento in atto in Italia e in Europa”, ha aggiunto.
Europarlamento, Conte: “Per chi mi ha attaccato è il canto del cigno”
“Volevo guardare in modo disincantato la crisi dell’edificio comunitario. Volevo offrire una strategia costruttiva per rilanciare la casa comune. Chi parlava apparteneva alle vecchie famiglie politiche e quindi si scagliava contro il vento nuovo. Anzi, per molti di loro era una sorta di canto del cigno. Ho allora aspettato a reagire per rispetto istituzionale, poi ho risposto pan per focaccia. Hanno insultato me e attraverso di me tutto il nostro Paese. Non potevo accettarlo”, ha detto Conte a La Repubblica.
Conte sul Venezuela: “Non appoggiamo Maduro ma non possiamo incoronare Guaidò”
In merito alla polemica scaturita per la neutralità dell’Italia sulla questione della presidenza di Maduro in Venezuela, il premier Conte precisa: “Lo ripeto: non lo abbiamo mai appoggiato. D’altronde, come risulta dalla lettera di Papa Francesco, se le elezioni non sono credibili né democratiche, il discorso finisce lì. Maduro non può pensare che si assecondi una deriva del genere. Anche noi siamo stati sempre chiari. E non siamo isolati”. E ancora: “Solo che – spiega ancora – non possiamo incoronare Guaidò adesso. Altrimenti dovremmo fare la voce grossa, spedire ultimatum, dare gli otto giorni che poi diventano nove, dieci, undici. E l’opzione militare non è percorribile. Vogliamo arrivare a elezioni libere in modo diverso. Per facilitarle e affrettarle. Maduro da me non può certo sentirsi appoggiato”.
Gilet Gialli, Conte: “Di Maio è andato come leader del M5S, è stato un incontro politico”
In merito alla crisi diplomatica con la Francia, il premier Conte, parlando al “Corriere della Sera”, ha detto: “Il Presidente Mattarella come sempre si è mosso molto bene. D’altronde, non pensavo che la polemica potesse protrarsi a lungo”.
Sul viaggio del vicepremier Di Maio in Francia, Conte afferma: “Sarebbe stato un errore se si fosse mosso nel suo ruolo di governo. È andato come leader del M5S. Anche quando l’ungherese Viktor Orbán di recente è venuto a incontrare il vicepremier leghista Matteo Salvini, è stato un incontro politico, tra leader di partito, e si è svolto a Milano. E i gilet gialli, per quanto in modo confuso e a volte sbagliato, cercano di interpretare quanto di nuovo si sta muovendo nella società francese, che piaccia o no”.