I finanzieri del Comando provinciale di Catania, su delega della locale Procura distrettuale, stanno eseguendo un’ordinanza di misure cautelari emessa dal GIP del Tribunale etneo nei confronti di 11 soggetti,
responsabili, a vario titolo, di bancarotte fraudolente e reati tributari realizzati anche in forma associata nonché dei delitti di favoreggiamento personale e reale.
Nove delle persone coinvolte sono state poste agli arresti domiciliari, altre due sono state raggiunte da provvedimenti interdittivi. Le bancarotte fraudolente attuate erano sia patrimoniali che documentali, mentre tra i reati tributari si rileva la sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.
Tra le persone finite ai domiciliari c’è anche Antonio Pogliese, padre del sindaco di Catania, Salvo. Professionista di successo ed esperto del settore della grande distribuzione, Pogliese ha uno dei più noti studi di consulenza tributaria della città.
Al contempo, è in corso il sequestro preventivo di 4 marchi registrati e 4 complessi aziendali per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro.
Tra le persone destinatarie delle misure cautelari, 3 professionisti componenti di un noto studio associato etneo e 7 imprenditori.
L’investigazione, condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania (Gruppo Tutela Economia) sotto le direttive di questa procura distrettuale, convenzionalmente nota come “PUPI DI PEZZA”, ha disvelato l’esistenza di un collaudato sistema fraudolento in grado di garantire a diversi gruppi familiari imprenditoriali la sottrazione al pagamento di un complessivo volume di imposte di oltre 220 milioni di euro e la contestuale elusione di procedure esecutive e concorsuali.