Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha invitato il suo omologo francese Castaner a Roma “per un confronto sui dossier aperti” e “confermare la volontà di collaborazione” fra i due Paesi dopo le polemiche delle scorse ore nate in seguito all’incontro tra Di Maio e l’ala intransigente dei gilet gialli. Ma il ministro francese rispedisce al mittente l’invito: “Non mi faccio convocare da nessuno”. Di Maio dal canto suo allenta le tensioni: “Noi siamo zen. Non abbiamo mai smesso di tendere la mano alla Francia”.
“La prossima settimana incontrerò a Roma il ministro degli Interni francese. Lo convocherò perché voglio risolvere la situazione, con i no non si va da nessuna parte – ha detto Salcini – Al ministro francese chiederò che vengano rimandati in Italia i 15 terroristi che si trovano in Francia”. Italia e Francia, scrive il vicepremier nella lettera a Castaner, “da sempre condividono solidi rapporti bilaterali, con particolare riferimento ai campi della sicurezza, del terrorismo e dell’immigrazione”. Rapporti che “possono e devono ulteriormente essere sviluppati nell’interesse strategico reciproco”.
Salvini invita Castaner, ma le tensioni restano
Castaner sembra non gradire ma lascia comunque aperta la porta del dialogo che resta “costante” e dev’essere “rispettoso”. “Sono pronto anch’io ad accoglierlo. Penso che le missioni diplomatiche non debbano farsi di nascosto ma in modo ufficiale”, spiega il ministro dell’Interno francese. E Salvini quindi controreplica: “Ovviamente io non voglio né posso convocare nessuno: sarò lieto di ospitare in Italia, il prima possibile, il mio collega francese per discutere e risolvere i problemi”.
A Le Monde, intanto, Di Maio cambia tono sulla Francia: “Il popolo francese è il nostro riferimento. Noi guardiamo – scrive in una lettera sul giornale – al vostro popolo come a un punto di riferimento e non un nemico, e le divergenze politiche e di visione fra il governo francese e italiano non devono ricadere sul rapporto di amicizia storico che unisce i nostri due popoli e i nostri due Stati. Per questo motivo, come rappresentante del governo del mio Paese, ribadisco la volontà di collaborazione del nostro esecutivo sulle questioni che ci stanno più a cuore”.
“In corso non c’è alcuna lite – precisa però Di Maio – Io ho il diritto di incontrare altre forze politiche e collaborare allo stesso tempo con il governo francese. Con Macron siamo avversari politici ma facciamo parte di governi di popoli che sono amici. Noi siamo zen. Se il governo francese si sta arrabbiando con quello italiano io credo che sia inopportuno“. Spiega Di Maio rispondendo ai cronisti che chiedono se il Governo italiano si stia arrabbiando con quello francese. “Noi siamo sempre disponibili e saremo sempre disponibili – ha detto Di Maio a Roccaraso, dove ha fatto tappa per la giornata conclusiva della campagna elettorale per le regionali – a lavorare con il Governo francese su tutte le questioni che interessano l’Italia, la Francia ma anche tutta l’Unione Europa. Non abbiamo mai smesso di tendere la mano alla Francia. Se poi tendere la mano alla Francia significa non poter dialogare con nessuna forza politica all’infuori di ‘en Marche’ credo che questo sia sbagliato come concetto. Credo che su questo Macron deve tener presente che il Governo italiano ha sempre collaborato con il Governo francese pur nella totale divergenza su diversi temi”.