Fumata bianca al Ministero del Lavoro nelle trattative per il salvataggio dei lavoratori della Pernigotti. È stato infatti raggiunto un accordo sulla cassa integrazione straordinaria per reindustrializzazione destinata ai cento dipendenti dell’azienda di Novi Ligure (Alessandria). Per l’azienda, di proprietà del gruppo turco Toksoz, erano presenti il direttore finanziario, il direttore risorse umane e gli advisor legali.
Secondo quanto emerso, inoltre, partirà un piano di politiche attive per i lavoratori ed entro fine marzo ci sarà un incontro per verificare l’avanzamento del piano. Pernigotti comunica che “è stato raggiunto l’accordo con le Organizzazioni Sindacali e le RSU dell’azienda relativo all’avvio della procedura di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) per 92 dipendenti dello stabilimento produttivo di Novi Ligure (Al), presentata dalla Società lo scorso 7 novembre 2018”.
Crisi Pernigotti, parte la cassa integrazione
La procedura entrerà in vigore a partire dal prossimo 6 febbraio 2019 e avrà durata di 12 mesi. L’azienda nell’incontro al ministero del Lavoro ha ribadito “il proprio impegno a limitare quanto più possibile l’impatto sociale e a ricercare concrete possibilità di re-industrializzazione del sito”. Pernigotti si impegna a “comunicare tempestivamente eventuali accordi di re-industrializzazione, cercando di evitare il proliferare di inutili speculazioni – come avvenuto nei mesi scorsi – per non alimentare false aspettative, prive di concreti fondamenti”
Pernigotti “ha già affidato a partner attivi sul territorio nazionale la produzione di alcune linee di prodotto, salvaguardando la qualità e l’attenzione per le materie prime che da sempre caratterizzano l’offerta Pernigotti”. È quanto si legge in un comunicato sull’accordo per la cassa integrazione dove l’azienda conferma “la volontà di continuare a produrre, distribuire e commercializzare i propri prodotti dolciari attraverso accordi di terziarizzazione in Italia”.