Il Festival di Sanremo da sempre attira non poche polemiche. Se nelle ultime settimane si è molto parlato delle dichiarazioni di Claudio Baglioni in merito alla questione migranti e a quanto stabilito da vicepremier Matteo Salvini, il secondo argomento di dibattito è stato acceso da Striscia la Notizia.
L’inviato del tg satirico di Antonio Ricci Alessio Giannone, in arte Pinuccio, ma anche il giornalista de Linkiesta Michele Monina avevano scoperto una clausola all’interno del contratto di Claudio Baglioni come direttore artistico del Festival.
“È una clausola – scrive Monina – che fa parte di tutti i contratti che riguardano il servizio pubblico e prevede che non ci siano relazioni (etichette, management, edizioni e booking) tra coloro che devono selezionare gli artisti che finiranno all’interno del concorso canoro. Baglioni si trova ad avere selezionato artisti che fanno parte della sua stessa agenzia”.
Un bel conflitto di interessi, questo, per il direttore artistico che ha ammesso in gara Achille Lauro, Anna Tatangelo, Daniele Silvestri, Einar, Enrico Nigiotti, Francesco Renga, Il Volo, Simone Cristicchi e l’ospite Biagio Antonacci che fanno tutti parte della stessa casa discografica di Baglioni, vale a dire la Sony Music Italia.
A questi nomi si aggiungono anche quelli di Francesco Renga, Nek, Paola Turci, Ultimo, Irama, Ex-Otago e gli altri superospiti Laura Pausini e Luciano Ligabue che fanno parte invece dell’agenzia Friends and Partners di cui ancora una volta fa parte Claudio Baglioni.
Alla vigilia di Sanremo 2019 è stata la direttrice di Rai 1 Teresa De Santis a rispondere alle polemiche. “Non ne parlo a livello contrattuale perché non ho titolo, ma alla luce della mia esperienza – ha detto in conferenza stampa – posso dire che la produzione culturale e musicale vive anche di contiguità”.
E poi ha aggiunto: “Anzi in tanti casi fa tesoro della contiguità. Spesso si riescono a realizzare grandi eventi, penso al Live Aid, grazie proprio alle filiere amicali. Nel caso di Claudio, quando si fa un contratto con un artista vivente e operante, non si può pensare che non abbia rapporti con la filiera. Il resto sta alla coscienza di Claudio che credo abbia già ampiamente dimostrato l’anno scorso di avere molto a cuore una grande attenzione al tema. Non credo proprio che un artista con 50 anni di carriera voglia buttarli alle ortiche per finire nelle strettoie delle macchinazioni”.
Nel dibattito è intervenuto anche il direttore di rete Claudio Fasulo che ha sottolineato: “La clausola di trasparenza, c’è ed è stata rispettata, il contratto di Baglioni è in linea con quello firmato dai direttori artistici precedenti. Le nostre scelte sono inattaccabili dal punto di vista della qualità. Questa situazione è figlia di un mercato molto concentrato, ma nella assoluta trasparenza. La commissione selezionatrice, di cui anche io faccio parte, ha lavorato nell’assoluta assenza di pressioni”.
Intanto però da questa mattina a Sanremo ha fatto la sua comparsa un altro superospite: un maxi tapiro accompagnato dal “collega” Valerio Staffelli sta per essere consegnato a Claudio Baglioni.