Oggi si sente spesso parlare di digitale, di new media e di marketing online: le tecniche di promozione si sono infatti evolute negli anni, spesso in nuovi modi impossibili da prevedere.
Naturalmente le nuove tecnologie hanno avuto un ruolo fondante in questa rivoluzione, anche se spesso hanno allontanato le aziende da quelle pratiche tradizionali ma ancora efficacissime. Fra queste si trova il classico passaparola, noto anche come Word of Mouth (WOM) che oltre a non esser passato di moda si è evoluto a nuove forme digitali.
Cos’è il WOM e perché è così utile
La logica che si trova dietro al passaparola è molto semplice da capire, anche se in realtà dietro ad essa si possono celare meccanismi promozionali spesso anche molto complessi.
In pratica, con questo termine, si fa riferimento al “passaparola” che si attiva quando una certa strategia di marketing mira a far parlare del brand. Dunque si parla della parola che corre di bocca in bocca, e di orecchio in orecchio: un certo parere (possibilmente positivo) si diffonde da persona a persona, e lo fa cavalcando canali che possono essere molto diversi fra loro.
Il passaparola, infatti, si è evoluto seguendo quella logica 2.0 che viaggia lungo i canali digitali come i social media e in generale il mondo del web.
Chiaramente questa strategia può attivarsi anche in modo spontaneo e partire dagli utenti, per questo va monitorata attentamente: nel caso in cui i commenti fossero negativi infatti, bisognerà intervenire tempestivamente per moderare la discussione e cercare di smorzare i toni.
Perché è un’ottima strategia di marketing? Perché il passaparola è gratuito e quando si attiva prende facilmente il via moltiplicandosi, e non esiste nulla di più efficace del parere di una persona vera che parla (inconsapevolmente) al posto dell’azienda.
I dati sull’efficacia del Word of Mouth
È facile riallacciarsi alla frase detta poco sopra, perché arrivano i numeri a confermarla: secondo uno studio condotto da Nielsen, il 76% degli italiani considera molto attendibile il parere di un amico o di un conoscente su un certo servizio o prodotto, confermando la potenza del passaparola rispetto al messaggio promozionale lanciato dall’azienda in prima persona. La percentuale, poi, cresce fino all’82% se si considera l’intera Europa.
Siccome si è parlato di passaparola 2.0, vale la pena di dare uno sguardo anche ai dati sull’online: anche le opinioni degli utenti su Internet vengono considerate attendibili dal 64% degli italiani.
Chiaramente esistono diversi modi per scatenare il passaparola e per far parlare le persone di un certo marchio: uno dei più tradizionali e ancora oggi molto efficaci è ordinare e distribuire dei gadget della propria azienda come ad esempio delle penne personalizzate. Infine, da sottolineare che il potenziale del WOM raddoppia quando applicato all’intera strategia di marketing, dunque sia in ottica offline che online.
Una chiusura sul WOM al digitale
Come già anticipato, anche il passaparola come tutte le altre forme di marketing, si sta evolvendo grazie alle nuove tecnologie e al mondo digitale. Ecco perché il futuro del passaparola pare essere destinato al referral marketing: in questo caso si parla di consigli e testimonianze tra utenti che nascono dall’esperienza reale vissuta da un utente con un prodotto o servizio. Basta pensare al fenomeno unboxing o delle recensioni che possono essere incluse in questo capitolo. Insomma, il referral marketing sembra essere una delle forme di promozione più di successo oggi sul web e sui social network.
In conclusione, il passaparola ha saputo adeguarsi al web aumentando il potenziale e mantenendo la sua efficacia sia in versione analogica che in digitale.