La maggioranza ha trovato l’intesa sulle trivellazioni dopo il pugno fermo del ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Lega e Movimento 5 Stelle decidono insieme per uno stop di 18 mesi a nuove ricerche di idrocarbuti in mare e un aumento dei canoni di concessione pari a 25 volte, e non più 35 come era previsto nella prima bozza .
Ieri, l’opposizione del ministro Costa aveva portato ad uno stallo del Decreto Semplificazioni in esame oggi a Palazzo Madama. La conferma dell’accordo arriva dal presidente della commissione Lavori pubblici, Mauro Coltorti, a margine della riunione della commissione di questa mattina.
Coltorti ha aggiunto che dopo la riunione dei capigruppo, prevista per le 9, i lavori proseguiranno nelle commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori pubblici e che l’obiettivo è arrivare in Aula oggi per approvare domani.
Trivelle, Costa si oppone: “Non le firmo, mi sfiducino pure”
“Passano per la valutazione di impatto ambientale, e io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza”. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, è diretto nel spiegare la riforma della Commissione Via. Bocciati anche gli inceneritori perché, osserva, ‘volerli costruire è ideologia, non è economico’.
Ma la replica degli alleati di Governo non lascia presagire distensioni di sorta: “Il Parlamento è sovrano. Il problema vero è l’aumento sproporzionato dei canoni che può portare all’abbandono delle attività da parte delle aziende con conseguenze occupazionali importanti, oltre a creare una perdita di gettito. Questo è – aggiunge – un punto di vista tecnico, poi la politica è quella che decide”.