“Passano per la valutazione di impatto ambientale, e io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza”. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, è diretto nel spiegare la riforma della Commissione Via. Bocciati anche gli inceneritori perché, osserva, ‘volerli costruire è ideologia, non è economico’.
Ma la replica degli alleati di Governo non lascia presagire distensioni di sorta: “Il Parlamento è sovrano. Il problema vero è l’aumento sproporzionato dei canoni che può portare all’abbandono delle attività da parte delle aziende con conseguenze occupazionali importanti, oltre a creare una perdita di gettito. Questo è – aggiunge – un punto di vista tecnico, poi la politica è quella che decide”.
Il governo si divide ancora sulle trivelle
Se quindi da un lato il M5S dice di essere determinato a portare avanti lo stop a tutte le nuove trivellazioni con aumento dei canoni e una deroga solo per le coltivazioni in corso, la Lega continua ad avere una posizione agli antipodi. Una delle proposte della Lega, respinta per ora dal M5S, sarebbe quella di presentare un emendamento che recepisca il testo del referendum del 2016 che vietava nuove trivellazioni entro 12 miglia dalla costa. Ma si starebbe lavorando a una mediazione che tuteli i posti di lavoro azzerando l’aumento dei canoni.
L’ultima versione dell’emendamento sulle trivelle presentato al decreto semplificazioni all’esame del Senato prevede quindi di sospendere i permessi di ricerca e prospezione di idrocarburi in mare per un anno e mezzo in attesa della messa a punto del Piano delle aree idonee, da approvare appunto entro 18 mesi. Il testo ha ottenuto la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato e il via libera della Commissione bilancio, tuttavia sui contenuti sembra ancora non esserci un accordo politico interno alla maggioranza.