Sono passati due anni dalla tragedia di Rigopiano. Era il 18 gennaio 2017 quando una valanga travolse l’hotel di Farindola, in provincia di Pescara, che in quel momento ospitava 40 persone. Il bilancio delle vittime fu pesantissimo: 29 i morti e 11 i sopravvissuti, estratti dalle macerie dopo ore e ore.
Il Comitato vittime di Rigopiano, di cui fanno parte i parenti di 25 vittime, ha organizzato una giornata all’insegna del ricordo. Alla commemorazione è prevista anche la presenza dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
L’appuntamento è alle 10 nei pressi del totem dell’hotel Rigopiano per una preghiera. Alle 11 da contrada Mirri si snoderà una fiaccolata fino alla chiesa madre di Farindola, dove sarà celebrata la messa seguita da un omaggio cantato in memoria delle vittime.
Il pomeriggio vedrà impegnato il Palazzetto dello Sport di Penne, dove è prevista la commemorazione con personalità del mondo dello spettacolo e della cultura, che fin dai primi momenti successivi alla tragedia sono state vicine ai parenti. Quest’anno, a differenza dell’anno scorso, sono stati invitati anche rappresentanti istituzionali.
La neve, l’isolamento e il terremoto. In quei giorni di due anni fa, il maltempo e la neve avevano messo in ginocchio l’Abruzzo. A complicare la situazione già difficile, si aggiunsero nella mattina del 18 gennaio tre scosse di terremoto. La terra tremò per la prima volta alle 10:25 con una scossa di magnitudo 5.1 – epicentro nell’aquilano – seguita da una serie di altri terremoti, tre dei quali al di sopra della magnitudo 5.
La frana e l’allarme. Le forti nevicate dei giorni precedenti avevano isolato l’hotel, che si trovava a 1.200 metri sul versante pescarese del Gran Sasso. Era impossibile liberare il percorso che portava a fondovalle, nonostante i numerosi appelli, non si trovava una turbina spazzaneve. Intono alle 17 un blocco di neve e detriti si staccò dalla montagna che sovrastava l’hotel e venne giù travolgendolo e spazzandolo a circa 10 metri verso valle. Al momento della slavina, l’hotel conteneva 40 persone, 28 ospiti – di cui 4 bambini – e 12 dipendenti.
A dare l’allarme fu il cuoco dell’hotel, Giampiero Parete, che nell’auto fuori dalla hall vide venire giù la valanga. Immediatamente avvisò Quintino Marcella, suo datore di lavoro, il quale cercò disperatamente in ogni modo di contattare i soccorsi. La moglie e i due figli di Parete sono tra gli 11 sopravvissuti che si trovavano dentro all’hotel al momento della frana .
La lentezza dei soccorsi. Marcella si attaccò al telefono in cerca di aiuto ma per troppo tempo nessuno gli volle credere e i soccorsi partirono solo tra le 19:30 e le 20:00. Ci vollero ore per raggiungere l’albergo, la neve non rendeva facile gli spostameti.
I primi sopravvissuti vennero estratti dalle macerie soltanto 30 ore dopo la tragedia, per l’ultimo di loro ci vollero circa 62 ore. Ore di paura, di freddo, di fiato sospeso e di dolore per le tante vite spezzate.