Cent’anni fa un’ondata di proteste studentesche sconvolse le maggiori città della Cina. I leader del Movimento del Quattro Maggio volevano invertire il secolare declino del paese, abbandonare il Confucianesimo e adottare scienza e democrazia occidentali.
L’ascesa scientifica della Cina
Il Movimento del Quattro Maggio ha contribuito a forgiare la Cina di oggi, comunista ma anche profondamente nazionalista ed impegnata nella ricerca della grandezza nazionale. Il 3 gennaio 2019 i cinesi, primi al mondo, sono riusciti a far atterrare una navicella spaziale sul lato oscuro della Luna, cosa che simboleggia le enormi ambizioni scientifiche di questo paese.
L’attuale presidente cinese Xi Jinping però differisce profondamente dagli idealisti studenti che scesero in piazza nella Cina del 1919: egli vuole che la Cina diventi, come l’Occidente, una superpotenza scientifica, ma non ne vuole certo imitare il sistema politico democratico; la Cina, nella sua visione, deve restare sotto il ferreo controllo del Partito Comunista.
La scienza moderna dipende dai soldi, dalle istituzioni, e da masse di ricercatori talentuosi. Poiché il suo governo ha a disposizione tutte e tre queste risorse, la Cina sta rapidamente salendo nelle classifiche scientifiche internazionali. Pechino ha speso miliardi di dollari in ricerche sulla materia oscura e sui neutrini e ha creato istituti all’avanguardia in molti settori, come la genetica, la quantistica, le energie rinnovabili e i materiali avanzati.
Recentemente due case editrici, la giapponese Nikkei e l’europea Elsevier hanno analizzato 17 milioni di pubblicazioni scientifiche riferibili al periodo 2013-2018. In 23 settori su 30, i ricercatori cinesi primeggiavano su quelli di qualunque altro paese per quantità di pubblicazioni, anche se la qualità della ricerca statunitense rimane più alta.
Quest’ascesa scientifica della Cina spaventa molti in America ed in Europa. Resta pur sempre un paese dominato da un opaco governo autoritario, e inoltre la pressione sugli scienziati cinesi perché facciano grandi scoperte è tale che molti di essi sembrano mettere l’etica da parte più dei colleghi occidentali.
Nel 2018 c’è stata la vicenda delle neonate geneticamente modificate da He Jiankui, un professore di Shenzen; nel settore dell’intelligenza artificiale i ricercatori cinesi collaborano con il proprio governo autoritario per costruire uno stato di sorveglianza iper-tecnologico, basato sulla raccolta dei Big Data di centinaia di milioni di cinesi.
Non tutto però è nero e minaccioso. La ricerca scientifica cinese potrebbe rivelarsi un bene per l’umanità,e non solo perché dalle università cinesi potrebbero venire grandi scoperte in campo medico. I ricercatori cinesi, malgrado il sistema autocratico in cui vivono, sono in contatto quotidiano con i colleghi del resto del mondo, partecipano a conferenze internazionali, si scambiano informazioni e buone pratiche.
Con buona pace di Xi Jinping, la ricerca scientifica moderna è transnazionale in quasi tutti i settori. Va ricordato, inoltre, che uno dei leaders del Movimento Pro-Democrazia del 1989 era un ricercatore di astrofisica, Fang Lizhi.