Dopo una serie di rinvii annunciati, il Consiglio dei ministri, riunitosi oggi pomeriggio alle 18, ha approvato il cosiddetto “Decretone” che contiene le norme su reddito di cittadinanza e quota 100.
Stamattina il vertice a tre tra il premier Giuseppe Conte e i suoi due vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, per sciogliere gli ultimi nodi.
“Tutto risolto, tutto bene, il testo è pronto“, ha affermato il sottosegretario al lavoro, Claudio Durigon, lasciando Palazzo Chigi.
Decretone, accordi e spaccature
Secondo quanto si legge nell’ultima bozza del decretone sul capitolo pensioni, c’è una clausola ‘salva-spesa’ anche per evitare sforamenti per l’uscita anticipata con quota 100. Previsto un monitoraggio bimestrale dell’Inps che – riporta l’Ansa – “nel caso in cui emergano scostamenti, anche in via prospettica”, fa scattare i tagli ai ministeri competenti (in questo caso al ministero del Lavoro) e, quando non sufficienti, altre misure correttive come previsto dalla riforma del Bilancio dello Stato.
L’accesso alla pensione con la cosiddetta quota 100 (almeno 62 anni di età e 38 di contributi) per i dipendenti pubblici partirà il 1 agosto del 2019: afferma il ministro della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno su Twitter spiegando che la decisione è per “garantire continuità servizi a cittadini e imprese, e programmare il ricambio generazionale”. Sulle bozze circolate di recente la data era il 1 luglio. Con il decreto sull’introduzione della cosiddetta Quota 100 ci sarà il trattamento di fine servizio “immediato per tutti i dipendenti pubblici (“quotisti” e non). Stop al differimento”. Lo dice la ministra della Pubblica amministrazione in un tweet.
Intanto, secondo quanto emerge dalle bozze del decretone circolate negli ultimi giorni, con l’arrivo del reddito di cittadinanza il Rei scomparirà, ma non per chi già lo percepisce e continuerà a beneficiarne per tutta la durata prevista per il vecchio sussidio. Da marzo, si legge, il Rei “non può essere più richiesto e dal successivo mese di aprile non è più riconosciuto”. Ma a chi se lo sia stato visto riconosciuto prima di aprile, “il beneficio continua ad essere erogato per la durata inizialmente prevista, fatta salva la possibilità di presentare domanda per il Rdc”.
Novità anche per il riscatto con lo sconto degli anni dell’università per gli under 45, che abbiano iniziato a lavorare dopo il 1996 e ricadono quindi per intero nel regime contributivo. L’obiettivo è quello di agevolare i giovani con carriere discontinue a ‘coprire’ buchi contributivi con costi limitati. Si prevede che si possano riscattare fino a 5 anni con un versamento minimo.
Soddisfatto il presidente Giuseppe Conte, che in un post su Facebook ha scritto: “Tanti gli impegni che mi aspettano a partire da domani. Innanzitutto avremo un consiglio dei ministri importantissimo. Approveremo il decreto che contiene i due provvedimenti chiave di questo governo: il reddito di cittadinanza e quota 100, misure che molti italiani aspettano da tempo e che finalmente diventeranno leggi dello Stato”.
Non mancano però le tensioni al Governo su alcuni temi come quelli ambientali. Il Senato infatti è spaccato per la nomina del generale Antonio Ricciardi alla presidenza del Parco dei Circeo. La Lega non approva la proposta del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e la boccia con 13 voti contrari, 7 favorevoli e 2 astenuti.
Il ministro non rimane a guardare e in un comunicato afferma: “Non accetteremo diktat e respingeremo i tentativi di far nominare persone non adeguate a questo ruolo così importante e delicato”. E ancora: “La politica ha il compito di nominare i migliori presidenti per la loro gestione e i partiti devono restarne fuori”. “Per il Parco del Circeo – aggiunge Costa -, così come per tutti gli altri parchi, stiamo procedendo alle nuove nomine dei presidenti, come ampiamente annunciato. Stiamo valutando decine di curricula, e la logica per la scelta e per procedere alla nomina è una sola: la massima competenza, unita al massimo rigore”.
A spiegare i motivi della spaccatura è il senatore della Lega, Paolo Arrigoni. “Prima della seduta è stato anticipato in modo informale la non condivisone del metodo sulla proposta di candidatura – afferma – nulla da dire sulla persona del candidato del ministro Costa”. “Di fronte all’alternativa di rinviare o mantenere la seduta – aggiunge Arrigoni – è stata optato per la seconda e noi abbiamo confermato quanto avevamo anticipato. Il risultato della votazione è stato una conseguenza”.
Sulla questione interviene anche il vicepremier, Matteo Salvini: “Non si può dire no al carbone, no al petrolio, no al metano, no alle trivelle, mica possiamo andare in giro con la candela e accendere i legnetti. Di tutto il resto si può discutere, ma con i soli ‘No’ non si campa“, dice.