“Mi dite in quale parte del mondo mi trovo? Ormai è tutto finito, ho 64 anni, sono malato, sono cambiato“. Così Cesare Battisti avrebbe parlato al suo arrivo nel carcere di massima sicurezza di Massama (Oristano). Lo avrebbe riferito all’Ansa l’ex parlamentare sardo Mauro Pili.
Questa mattina l’ex terrorista ha prima sostenuto le visite mediche, poi ha incontrato un educatore ed infine ha sostenuto un colloquio con il suo avvocato: “Non lo conoscevo, l’ho incontrato per la prima volta“. Il legale Davide Stencanella ha poi detto che Battisti ieri ha avuto “una giornata pesantina” e che per giudicarlo umanamente “un’ora non basta”. In seguito, apprende l’Ansa, Battisti si sarebbe confrontato con il cappellano della struttura Gabriele Cossu.
Battisti, il primo di una lunga lista di latitanti all’estero
“Non ci sono al momento domande di estradizione di altri rifugiati in Francia, “quelle che saranno ricevute prossimamente da parte delle autorità italiane le analizzeremo in modo approfondito, caso per caso, come abbiamo fatto negli ultimi 15 anni”, ha intanto detto all’Ansa un portavoce della ministra della Giustizia francese, Nicole Belloubet, circa possibili future richieste di estradizione da Roma. “Al momento – ha precisato il portavoce – non abbiamo liste di persone coinvolte”.
“Tutte le richieste – prosegue il portavoce – sono oggetto di valutazione caso per caso. Il ministero della Giustizia verifica in particolare, prima della trasmissione della richiesta di estradizione alle autorità giudiziarie francesi per l’esecuzione, la regolarità della richiesta, in particolare riguardo alla prescrizione dei fatti e al carattere politico del reato”.
Con Cesare Battisti in carcere, sono ufficialmente 27 i latitanti “politici” di destra e sinistra fuggiti all’estero per sottrarsi alle condanne emesse dalla giustizia italiana. Lo si apprende da fonti del Dipartimento di Pubblica sicurezza. Di questi, quasi una dozzina sono in Francia, il resto sparsi nei paesi centro e sud americani – Brasile, Nicaragua e Perù – Giappone e in altri paesi europei, tra cui la Gran Bretagna.
“Nei confronti di Battisti è stato eseguito un decreto di estradizione ed è stata compiuta una azione di giustizia doverosa da parte dello Stato, alla quale plaudo. Mi riservo poi di verificare, e di valutare un intervento, se ci siano stati elementi di spettacolarizzazione e se in sede istituzionale sia stato usato un linguaggio aderente alla Costituzione”. Interpellato dall’Ansa, il Garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, ha auspicato che le istituzioni utilizzino “un linguaggio conforme alla Carta costituzionale”.
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