Il “decretone” che regolamenterà il reddito di cittadinanza e la cosiddetta “quota 100” prende sempre più forma. Giovedì, come ha assicurato anche il vicepremier Luigi Di Maio, sarà il giorno nel quale il documento arriverà sul tavolo del cdm. Restano tuttavia alcuni punti in sospeso, come il tfr per i lavoratori pubblici e la ricerca dei potenziali beneficiari del reddito che saranno intercettati dall’Inps.
Quello che si sa è che vi sarà una campagna informativa mirata dell’Inps, che potrà scrivere ai potenziali destinatari che, secondo i dati Isee, rispondono ai requisiti per chiedere il reddito di cittadinanza. La carta attraverso la quale viene erogato il reddito di cittadinanza consentirà inoltre di fare anche un bonifico mensile per l’affitto e avrà un tesso massimo di 100 euro al mese di prelievo contanti per un single fino a 210 euro al mese per una famiglia numerosa, secondo la scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne, 0,2 per ogni minore con un massimo di 2,1, quindi al massimo 210 euro). È invece stato messo da parte il divieto esplicito di utilizzare i soldi del Rdc per il gioco d’azzardo, pena la perdita del beneficio.
Il reddito di cittadinanza, le novità
Uno dei punti di maggiore novità è che si potrà beneficiare del reddito per 18 mesi, rinnovabili, ma sono previste diverse clausole di decadenza, comprese quelle legate al rifiuto di proposte di lavoro ‘congrue’. Lo stop al beneficio scatterà non solo al terzo rifiuto ma anche al primo o al secondo se le proposte di lavoro arriveranno trascorsi i primi 12 mesi. Facile che alla fine, insomma, basti una proposta rifiutata per perdere l’integrazione al reddito, visto anche l’andamento (molto vicino allo zero) della ricerca di una occupazione registrata con il Rei, che prevede a sua volta un percorso di reinserimento al lavoro.
Resta la definizione di offerta congrua entro i 100 km da casa, se arriva nei primi 6 mesi, ed entro i 250 km superati i sei mesi. Se si superano i 18 mesi, arrivando quindi al rinnovo, l’offerta potrà essere in tutta Italia, tranne per le famiglie dove ci siano minori o disabili. In questo caso chi accetta di trasferirsi avrà il reddito per altri 3 mesi come forma di “compensazione” per le spese di trasferimento.